Monza, 7 ottobre 2010 - Monza città ciclabile? Mica tanto. Pezzi di piste ciclabili che iniziano e finiscono dopo pochi metri. Poche rastrelliere e quelle che ci sono in stazione sono al buio e quindi non vengono utilizzate perché attirano i furti. Quindi bici abbarbicate ovunque in piazza Castello, purché ci sia un po’ di luce e di passaggio. I furti di biciclette sono tanti, davvero troppi. Gli habitué della bicicletta raccontano di averne subiti anche tre (secondo Monza in bici), in quattro anni. Biciclette in guerra con il traffico fino all’ultimo centimetro. È desolante il panorama monzese visto dal sellino di una bici. Ma i cittadini, soprattutto i più anziani sembrano rassegnati. Decisamente arrabbiati quelli che provengono dal Triveneto dove la cultura della bicicletta è più diffusa e la circolazione decisamente più agevole alle due ruote.

 

"Il traffico a Monza è un disastro in auto, ma anche in bici - commenta Franco Dondoni -. Monza non ha piste ciclabili, perché non ha proprio il posto per farle e così noi ciclisti ci ritroviamo a viaggiare sui marciapiedi. Non non mi sembra giusto, ma non ho altra scelta. Per venire dal mercato del giovedì al quartiere San Biagio le strade sono tutte a senso unico: via Zucchi, via Dei Mille e allora vado sul marciapiede e quando ci sono i pedoni scendo e faccio passare. Alla sera non vado in giro in bici, ci mancherebbe, è già pericoloso di giorno". Chi s’accontenta gode e per Alice Manieri Monza è ancora accettabile: "girare a Milano in bicicletta è un suicidio". Secondo Alice "per rendere la strada compatibile a auto e bici basterebbe un po’ di educazione: i ciclisti non seguono i segnali e stanno in mezzo alla strada".

 

La città è un’autentica giungla per Graziella Capolongo. Per venire in centro da via Amati, zona Policlinico bisogna attraversare il passaggio a livello di via Bergamo, fare via Osculati, avventurarsi per il semaforo di viale Libertà e cercare di infilarsi su e giù dai marciapiedi. "Per gli adulti è ancora fattibile - dice la signora Graziella - ma arrivare al parco è un percorso ad ostacoli, tra auto parcheggiate male e autobus che ti passano a un pelo di distanza". La signora è originaria di Bolzano, dove si circola quasi esclusivamente in bicicletta o in autobus. La città è piena di piste ciclabili e, aspetto fondamentale, non le rubano. Contrariamente a Monza dove non le ritrovi davanti alla chiesa, alla scuola e al mercato. Se poi denunci il furto di una bici non succede nulla. Si rubano biciclette ovunque, anche nei box di casa, dove i ladri entrano di notte.

 

Monza città anti-biciclette anche per Ignazio Sartore, originario di Bassano del Grappa. Escluso il parco per il resto è improponibile girare in bicicletta: le auto non hanno rispetto né per i pedoni né per i ciclisti. "A Bassano - racconta il signor Ignazio - ci sono sei punti di distribuzione delle biciclette. Basta fare un’apposita tessera in Comune per avere una chiavetta, sbloccarle e poter circolare. Quindi è possibile lasciarle in un altro punto della città".

 

Anche gli alberghi hanno il noleggio biciclette. Strana città, quasi ostile alle biciclette Monza: in piazza Castello, davanti al Binario 7 è vietato accostare la bici al muro, ma le rastrelliere sono troppo poche. In tanti altri punti della città, come in via Colombo lo stesso divieto. Divieto di legarle alle cancellate dei palazzi, perché fanno disordine, ma mancano o sono insufficienti le rastrelliere. Eppure i monzesi continuano a usare la bici, perché soprattutto il giovedì, giorno di mercato, non si può accedere al centro con altro mezzo. Nei giorni scorsi i ragazzi dell’Ipsia hanno svolto il sesto censimento delle biciclette con l’Associazione Monza in bici e in 3 ore in via Visconti si sono contate 380 passaggi di bici.