Monza, 26 luglio 2010 - È Monza il baricentro del troncone brianzolo della maxinchiesta contro la ‘ndrangheta che ha portato in carcere una quarantina di persone per accuse che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, all’usura, all’estorsione e alla detenzione e spaccio di droga.

 

Una maxinchiesta interamente coordinata dalla Procura della DDA di Milano, ma le redini delle indagini durate almeno un anno in Brianza sono state tenute interamente a Monza. È infatti monzese e da almeno una ventina di anni sostituto procuratore della Repubblica di Monza Salvatore Bellomo, il magistrato a cui la Procura della DDA di Milano ha delegato le indagini sul troncone brianzolo della maxinchiesta.


 

Salvatore Bellomo ha guidato per mesi e mesi i carabinieri delle compagnie di Desio e Seregno (al comando rispettivamente del capitano Cataldo Pantaleo e del capitano Luigi Spenga) che appartengono tra l’altro al Gruppo dell’Arma di Monza, retto dal colonnello Giuseppe Enzio Spina. I militari del nucleo operativo del Gruppo hanno invece svolto le indagini per un altro filone della maxinchiesta, quello relativo all’hinterland milanese, delegati dal sostituto procuratore della DDA di Milano Alessandra Dolci, ex magistrato della Procura di Monza ai tempi della Tangentopoli monzese, quindi anche lei con un passato trascorso in servizio in Brianza prima di approdare alla Procura milanese.

 

È stato Salvatore Bellomo (scelto dalla DDA per la sua precedente e assodata esperienza in altre indagini nei confronti di presunti esponenti della ‘ndrangheta in Brianza) con i carabinieri brianzoli che hanno lavorato con lui a dare il nome «Infinito» ad una corposa ed autonoma parte della maxinchiesta. «Infinito» ha portato a realizzare un faldone di 950 pagine di richiesta di ordinanze di custodia cautelare in carcere poi consegnata alla Procura della DDA di Milano e da questa portata all’attenzione del gip del Tribunale di Milano Andrea Ghinetti, che ha poi firmato gli ordini di arresto. Monzesi sono anche alcuni principi del Foro che ora difendono gli arrestati. L’avvocato Raffaele Della Valle, ad esempio, è il legale di fiducia di Annunziato Moscato, ritenuto dagli inquirenti il capo della "locale" di Desio, nipote degli Iamone di Melito Porto Salvo in Calabria. Un altro noto legale del Foro di Monza, l’avvocato Franco Gandolfi, difende invece i «desiani» Natale e Ignazio Marrone.