{{IMG_SX}} Monza, 6 maggio 2010 - In un intervento chirurgico per un’ernia iatale ha subìto la perforazione di un tratto di un rene e di una parete dell’aorta.

 

Per questo episodio di malasanità il Tribunale civile di Monza ha condannato l’Azienda ospedaliera San Gerardo dei Tintori di Monza, in solido con il chirurgo che ha eseguito l’intervento, a pagare un risarcimento dei danni di circa 175mila euro al paziente, un lucidatore di mobili brianzolo cinquantenne e di 7mila euro alla moglie che l’ha dovuto assistere in questa odissea sanitaria, oltre agli interessi e alle spese di giudizio.

 

Il paziente era stato sottoposto all’intervento chirurgico il 26 febbraio 2003 all’ospedale San Gerardo di Monza per un’ernia iatale che gli causava forti bruciori allo stomaco. Ma nell’eseguire l’operazione in laparoscopia il chirurgo notò l’immediata fuoriuscita di sangue e dovette procedere con un intervento tradizionale scoprendo che il sanguinamento era causato dalla perforazione del rene, che risultava colpito da una malformazione congenita, ma anche della parete dell’aorta renale.

 

Per il lucidatore era stato l’inizio di un calvario per problemi causati dall’ernia iatale, che non si era neanche risolta con l’intervento, a cui si erano aggiunte complicazioni anche a livello renale. L’uomo si è rivolto allora all’avvocato Stefania Zorloni per trascinare il chirurgo e l’ospedale monzese davanti al Tribunale civile di Monza.
Dal canto suo l’Azienda ospedaliera San Gerardo si difendeva sostenendo che a causare la cattiva riuscita dell’intervento era stata la imprevedibile malformazione congenita al rene di cui soffriva il paziente.

 

Ma il giudice Flavia Tuia ha dato ragione al ricorrente concedendogli un risarcimento dei danni, dopo avere disposto una consulenza medica d’ufficio. "La complicanza della perforazione del rene avrebbe potuto essere evitata utilizzando una tecnica di intervento alternativa - ha scritto il giudice nella motivazione della sentenza - ma a quella perforazione si è aggiunta anche quella dell’aorta, che invece manteneva la sua sede ma fu trapassata nella parete anteriore e posteriore. Seguirono due complicanze: una lesione vascolare, correttamente riparata pur non potendo escludere futuri rischi di infezione e quella renale, con l’elevata probabilità di una futura perdita del rene".