Monza, indagini sui test rapidi ai calciatori. Il Club: "Noi non coinvolti"

Dalle indagini non sono emerse mancanze da parte del Club brianzolo

La Serie B si ferma

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Monza, 23 novembre 2020 - La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano incombe sui test sanitari effettuati ai calciatori del Monza. Nella giornata di ieri il Club brianzolo ha ricevuto controlli in sede di Nas e Gdf per verificare le modalità di svolgimento di tamponi rapidi effettuati ad alcuni tesserati. L'operazione, riporta l'Ansa, intende fare luce sulla regolarità della fornitura e individuare dove questi vengono processati a causa del coinvolgimento del dottor Cristiano Fusi, in passato medico del Milan e uno dei medici che a turno si recano a Monza per sottoporre i tesserati a tamponi rapidi, in un'indagine per esercizio abusivo della professione.

Il Monza, che non è indagato, ha ricevuto rassicurazioni sul regolare operato dagli investigatori: al centro sportivo era presente una dottoressa e non è stata riscontrata alcuna mancanza igienico sanitaria nell'approvvigionamento dei test, che il Monza acquista in farmacia e regolarmente giustificati da regolari fatture, la somministrazione e lo smaltimento degli stessi. Tra l'altro, i tamponi rapidi cui si sottopongono i tesserati della società vogliono essere una rassicurazione in più a tutela di chi consente il regolare svolgimento dell'attività sportiva, rispetto a quelle che sono le norme previste nel protocollo della Serie B.

Quest'ultimo prevede l'esecuzione di tamponi molecolari al gruppo squadra e questi, da parte del Monza, sono affidati al Laboratorio San Giorgio regolarmente segnalato in Federazione. "E' emerso che il Monza è in regola sotto tutti i profili igienico sanitari - ha commentato il legale del Club, l'avvocato Francesco De Martino dello studio Cantamessa -. Sono state visionate le fatture di pagamento e i nomi dei medici che, a turno, effettuano i tamponi rapidi. L'AC Monza ha fornito tutta la documentazione richiesta e non è coinvolta nelle indagini".