Alboreto come Ascari: "Una curva a Monza"

La famiglia dell’ex Ferrari ci riprova: avviata online una raccolta firme. L’appello del cugino Massimo agli sportivi: "Non è un’operazione nostalgia"

Michele Alboreto alla guida della Ferrari durante il Gran premio di Monza

Michele Alboreto alla guida della Ferrari durante il Gran premio di Monza

Monza - "Ne ho scavalcate tante anch’io, ho lasciato tanti pantaloni qui sulle reti di Monza". Michele Alboreto s’è fatto grande a Monza. Lui, ragazzino di Rozzano, al Parco ci andava tutti i weekend sperando di poter incontrare qualcuno che potesse farlo entrare nel mondo dei motori. S’ingegnava in tutto. Pur di essere lì portava le gomme o passava gli attrezzi ai meccanici dei team. Ci sapeva fare.

A 14 anni era già in grado di smontare e rimontare un motore anche se la mamma gli ripeteva sempre: "Prima fai i compiti, poi vai in officina". Michele Alboreto con Monza aveva un legame speciale. È la pista dove ha iniziato a correre, nel 1976, nella Formula Monza con una macchina comprata per poche lire in società con un altro pilota. È stato l’ultimo pilota italiano in Ferrari e l’unico, dai tempi di Farina e Ascari, ad aver sfiorato la conquista del Mondiale di Formula Uno nel 1985 al volante della Ferrari 156-85 F1. E proprio ad Alberto Ascari è stato paragonato. Per la sua grinta, la sua abilità nella messa a punto quando ancora i motori si ‘aggiustavano’ ad orecchio e i bulloni si stringevano a mano. E come Ascari "meriterebbe che gli venisse dedicata una curva dell’autodromo di Monza, magari una delle due di Lesmo o, perché no, la prima variante".

Massimo Alboreto è "il cuginetto piccolo" di Michele. Dieci anni di differenza, Massimo ha deciso di raccogliere firme online per chiedere all’autodromo e all’Aci di rendere omaggio al campione milanese scomparso il 25 aprile 2001 mentre al Lausitzring in Germania preparava la sua Audi per tornare a vincere la 24 Ore di Le Mans. Sono già passati vent’anni. Ma gli appassionati di una Formula Uno romantica e appassionata, dove in pista con Michele c’erano Ayrton Senna, Alain Prost e Nelson Piquet, dove i piloti non erano semidei intoccabili, non hanno mai dimenticato "un campione gentiluomo, sempre cortese, educato e sorridente, mai arrogante o presuntuoso. Un esempio positivo, leale, come pilota e come uomo".

Massimo ci aveva già provato, invano, una decina di anni fa. Ora, però, "spero che con le nuove opportunità del web i tifosi di Michele e tutti gli appassionati di automobilismo possano testimoniare la volontà di ricordare questo grande sportivo e grande uomo con un segno tangibile nel circuito dove era nata la sua passione che trasmetta alle future generazioni il messaggio positivo portato da Michele", confida Massimo. Su change.org basta cercare la petizione ‘A Michele Alboreto intitoliamo una curva del circuito di Monza’ e sottoscrivere l’appello. "Non voglio fare il nostalgico, vorrei semplicemente ricordare Michele per quello che ha fatto, nello sport e nella vita". Partendo da Monza dove ha portato il suo cuore e la sua passione.