Mario Balotelli: i segreti di una rinascita

L'arma in più del Monza per la Serie A. Per giocare si è ridotto l’ingaggio, l’alternativa era andare al Vasco de Gama. Ora abita a pochi chilometri dal centro sportivo e sono vietate distrazioni

Mario Balotelli e Boateng

Mario Balotelli e Boateng

Monza, 2 gennaio 2020 - Per lui non sono servite canzoncine romantiche su WhatsApp. È bastato, per Adriano Galliani, scorrere una rubrica piena zeppa di talenti e arrivare alla lettera B. Per Mario Balotelli mai come quest’anno è stato alto il rischio che la sua carriera potesse non trovare più varchi per il terreno di gioco: dopo il flop di Brescia, condito di una serie di dissapori e vicende extra campo che hanno portato alla rottura insanabile con la squadra della sua città, solo il Vasco da Gama, nel lontano Brasile, avrebbe voluto investire nuovamente sul talento di SuperMario.Un talento inespresso , discontinuo, inaffidabile ma sicuramente indiscutibile. Il volo oltreoceano, però, sarebbe stato soltanto un modo per rendere meno amaro e traumatico l’addio al calcio che conta. Sapeva che lì avrebbe chiuso ogni chance di riscatto ed ecco perché, con l’ad dal cuore d’oro che già gli aveva dato due opportunità al Milan, è successo tutto in poche ore. Anzi, forse in pochissimi minuti. Si è solo reso necessario un taglio all’ingaggio non indifferente, rispetto alle cifre cui era abituato, ma d’altronde non aveva altra scelta.

L’inizio, per Mario Balotelli, non è mai stato un problema in realtà. Sin dal giorno della firma, ricco di test tra varie cliniche fino all’appuntamento pomeridiano a casa Galliani nel giorno di Sant’Ambrogio, anche dalle parti di Monzello tutti raccontano di un giocatore sorridente, disponibile, concentrato e capace in pochissimo tempo di prendere confidenza con il nuovo ambiente e coi nuovi compagni. Un identikit che rispecchia appieno con quello di altre sue avventure, molte delle quali, però, finite male. Mario si divide tra hotel e centro sportivo, collegati tra loro da pochi chilometri colmati grazie all’aiuto di un autista, si allena tanto in cerca della forma migliore e nel tempo libero si dedica allo studio del territorio per cercare di trovare una sistemazione nel raggio di azione previsto dal contratto: 30 km, non di più, per ridurre al minimo gli svaghi e avere sempre sott’occhio quella che deve essere la sua priorità, il lavoro.

Nessuno, dopo i primi 25 giorni, poteva però immaginarsi un inizio così promettente. Il suo esordio, in città, era atteso da molti. Soprattutto dai tifosi più scettici, divisi tra il fascino di averlo in squadra e la preoccupazione sul suo passato. Contro la Salernitana anche il suo ingresso a partita in corso non era dato per scontato e invece destino ha voluto che si materializzassero tutte le circostanze per convincere Brocchi ad azzardare sin da subito. 4 minuti e gol, subito nel mirino dei difensori e subito sulle prime pagine dei giornali. Le attenzioni su di lui non mancano mai, neanche a Monza dove ha deciso di non presentarsi per dare spazio soltanto a risposte sul campo. L’unico virgolettato spuntato sui social fa così: "I tempi passano ma noi no (in riferimento a Boateng, ndr). Testa bassa e lavorare perché la strada è lunga". Quella del Monza e anche la sua, tornato in campo più di 9 mesi dopo dall’ultima volta e ancora lontano dalla miglior condizione. Ma le premesse, quelle sì, ci sono già tutte. L’atteggiamento sembra quello giusto, le qualità sono sempre quelle di un giocatore che in questa categoria può davvero decidere da solo ogni partita.Galliani gli ha regalato una nuova, ennesima, vita. Ora tocca a lui regalare al calcio italiano un promettente ragazzino di 30 anni che mai, fino a ora, ha saputo far godere del suo interminabile talento.