Monza Calcio, c'è la bancarotta: nei guai gli ex vertici della società

Un fascicolo penale è stato aperto dal pm monzese Walter Mapelli, che l’anno scorso aveva chiesto ed ottenuto il fallimento dell’"Associazione Calcio Monza Brianza 1912" di STEFANIA TOTARO

Dennis Bingham (Redaelli)

Dennis Bingham (Redaelli)

Monza, 25 aprile 2016 - La procura indaga per bancarotta fraudolenta per il fallimento del Monza Calcio. Un fascicolo penale è stato aperto dal pm monzese Walter Mapelli, che l’anno scorso aveva chiesto ed ottenuto il fallimento dell’«Associazione Calcio Monza Brianza 1912« - che ha lasciato debiti per 4,6 milioni di euro - dopo la relazione presentata dai curatori fallimentari della società, Elisabetta Brugnoni e Giuseppe Nicosia. Massimo riserbo degli inquirenti sui nomi iscritti nel registro degli indagati, ma secondo indiscrezioni nel mirino della Procura ci sarebbe la gestione del Monza Calcio a partire dal 2013. Per identificare quali sono i personaggi legati a quel periodo e che potrebbero finire nella rete delle indagini della magistratura monzese, bisogna passare alla cronistoria del club biancorosso. Era maggio 2013 quando avviene il passaggio di proprietà tra l’ex proprietario Clarence Seedorf e il costruttore anglobrasiliano Anthony Armstrong Emery, già proprietario della squadra brasiliana Alecrim Futebol Clube. Nell’annata calcistica di Lega Pro 2014-2015 la squadra, a seguito della sospensione del pagamento degli stipendi da parte del presidente Armstrong (coinvolto in un grave scandalo finanziario della sua azienda e successivamente resosi latitante a Dubai) mette in mora la società, che a fine 2014 viene acquistata dall’inglese Dennis Bingham. Ma la situazione debitoria non cambia.

Dopo soltanto un mese e con l’apertura di una serie di istanze di fallimento da parte di alcuni sponsor e fornitori, il Monza viene ceduto da Bingham e acquistato da una cordata di imprenditori guidata da Piero Montaquila, che nomina presidente Paolo Di Stanislao. Il pagamento degli stipendi però continua a non arrivare e a quelli si aggiunge il mancato versamento dei contributi dovuti alla Lega Italiana Calcio Professionistico. Al Tribunale fallimentare di Monza iniziano ad arrivare anche altre nuove istanze di fallimento e la Procura decide di chiedere di dichiarare fallita l’A.C. Monza Brianza 1912. La sentenza dei giudici monzesi arriva il 27 maggio 2015 e i beni vengono messi all’asta giudiziaria con l’obiettivo di ripianare l’indebitamento e garantire l’iscrizione della squadra al campionato di Lega Pro. Ma solo dopo sei aste andate a vuoto - e dopo che a giugno la squadra esce ufficialmente dal calcio professionistico italiano - lo scorso luglio la cordata legata all’imprenditore brianzolo Nicola Colombo (figlio dell’ex patron del Milan Felice) si aggiudica a 150mila euro il marchio dello storico club biancorosso, che viene iscritto al campionato di serie con il nome di «S.S.D. Monza 1912».