Il Monza apre le porte ai tifosi, Palladino: "Vi aspetto ancora"

Il tecnico ha aperto le porte all’allenamento dei suoi in vista della Juve e promette: “Non sarà l’unica volta". Ai tifosi foto, autografi e regali: presenti in 200

Palladino, allenatore del Monza, firma autografi

Palladino, allenatore del Monza, firma autografi

Di calcio del popolo parlano tutti; i fatti, invece, appartengono a pochi. Il Monza è tra quest’ultimi. E così la mattinata di mercoledì, per tanti monzesi - e addetti ai lavori - si è trasformata nella grande occasione per vedere da vicino l’allenamento di Pessina e compagni. Eppure si gioca, e non una partita qualunque: domenica c’è Juve-Monza, ma le telecamere sono accese e i telefoni connessi. Tutto vero. Nel calcio che dribbla droni e pianta siepi, Palladino accoglie i suoi tifosi da vero padrone di casa: «Salve a tutti, buongiorno! E grazie per essere venuti», esordisce entrando in campo con tuta e cronometro. Raggiunge i collaboratori e aiuta loro a posizionare porte e «piattini» (la versione avanzata dei più noti «cinesini»), poi arriva alla rete e abbraccia tutti. Basta un indelebile nero per mettere la sua firma ovunque, dai tessuti ai pezzi di carta. E non c’è recinzione che possa impedire un selfie: non sarà nitido, ma il ricordo resterà.

La squadra è in palestra, ha appena concluso la seduta video. Quando i giocatori scendono in campo, mezzogiorno è passato da una dozzina di minuti. Il primo dialogo del mister è con Barberis, qualche metro indietro Dany Mota e Carlos Augusto se la ridono in portoghese. Sensi, in guanti neri, fa «ciao» con la mano, ma il silenzio dei gradoni del centro sportivo Luigi Berlusconi è di quelli che sembra il centrale di Wimbledon. Rotto soltanto da un applauso composto.

In campo ci sono 7 porticine, le parole d’ordine sono «intensità», «in avanti», «cercare Sensi» e «preventive». Si lavora in due gruppi, ci sono tutti. Compreso il nuovo acquisto, Franco Carboni. Più in là, dalla parte opposta, ci sono anche i portieri. Ritmo alto, si vuole vincere, le decisioni arbitrali dello staff non piacciono. Fa parte del gioco. Anzi, del lavoro: la voglia di vincere, si allena anche quella.

Il triplice fischio porta tutti negli spogliatoi. Non prima di una tappa dai tifosi: foto e autografi, ma soprattutto il freddo di una mattinata grigia ripagata con felpe, magliette e pantaloncini. Pessina esce svestito, «e adesso facciamolo andare, che fa freddo ed è fondamentale per noi», dice qualcuno con la conquista sottobraccio. «Se volete io apro un allenamento a settimana», promette quindi Palladino ai tifosi, ma «facci vincere a Torino, mister!», gli grida un altro. Perché i sogni del Monza, ormai, non hanno più limiti. Ma oggi, il Monza, ha già vinto.