La musica di VV ha trovato il suo "Verso": ecco il nuovo ep

Viviana Colombo racconta la genesi del suo nuovo lavoro

VV ovvero Viviana Colombo

VV ovvero Viviana Colombo

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Il ritorno della ragazza dalla hit facile. Già perché per VV il viaggio in tram lungo le vie di Milano iniziato nel video di “Moschino_01” continua. E continua con “Verso”, ep con sei nuove canzoni che fanno dell’immediatezza una delle loro carte vincenti. “Non bisogna abbattersi, per questa ragazza ci saranno altre possibilità” aveva commentato nove anni fa Federico Russo dopo la sua uscita anticipata da The Voice of Italy e lei, Viviana Colombo, non s’è abbattuta. Nata a Monza, cresciuta a Lentate sul Seveso, trapiantata da un paio d’anni in città, VV (come la chiamano in famiglia giocando sulle consonanti) dopo alcuni singoli di discreto successo debutta con un progetto più strutturato realizzato assieme al fratello-produttore e batterista Giordano Colombo, già al lavoro con artisti del calibro di Battiato e Ligabue. In produzione pure un altro collaboratore del Liga quale Federico Nardelli.  

Viviana perché l’immagine del disco è la sua faccia schiacciata sulla copertina?

“Perché il rischio dell’affrontare la vita sempre di petto è sempre quello di andare a sbattere. Sulla copertina non volevo mettere un’immagine classica, perché la vita a volte è una sberla in pieno viso”.    

Una bella sberla lei l’ha presa a The Voice nel 2014.

“È stata solo un’esperienza. Ero piccola, poco consapevole. Il progetto VV è molto personale e quindi ha poco a che fare con quel periodo. Il mio percorso vero l’ho cominciato un anno e mezzo fa, quando tra la laurea in Psicologia e la canzone ho scelto la canzone”.  

Dopo cinque anni di studi e l’esame di stato, una scelta impegnativa.

“Mi sono data un anno per capire quello che ero capace di fare come musicista. Magari intrecciando studi e arte. Sinceramente, non penso di aver buttato via qualcosa, perché in fondo sempre di materia umanistica si tratta e Freud è importante in un campo come nell’altro; analisi come quelle fatte da lui nel 1930 ne ‘Il disagio della civiltà’ valgono ancora oggi nella vita di tutti i giorni”.

Quanto influisce una città come Milano su queste sei canzoni? “Tantissimo. Quella di vivere qui è la prima scelta che ho fatto nella mia vita e da qui discende l’esigenza di parlarne nelle mie canzoni”.  

Perché VV?

“Per regalarmi una seconda personalità, da condividere con gli altri. Mamma Simona è anche pittrice e l’immagine ha sempre contato molto nella mia vita; il monogramma VV mi piaceva pure esteticamente”.

Dice che “Verso” non esprime una direzione.

“A colpirmi è più l’idea di movimento che c’è in quel termine piuttosto che quella di andare da qualche parte. Ma anche il principio di ‘versare’ la mia esperienza in quella degli altri”.