A Monza resta un solo cinema, Teodolinda regina del grande schermo è ai titoli di coda

Il Politeama di inizio Novecento lo Smeraldo, l’Astra, il Centrale e la stagione del patron Cardin Ascesa e declino di una città che aveva la coda al botteghino

Cinema

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Ormai è rimasto soltanto il Capitol. La Monza dei cinema quasi ad ogni angolo è un lontano ricordo. Sbiadito dal tempo. Almeno una sala in ogni quartiere: dal cinema Smeraldo in via Turati al cinema San Rocco, al San Donato di via Buonarroti fino al San Carlo che è sopravvissuto come teatro per le compagnie amatoriali. E poi l’Astoria in via Zucchi, il Centrale in piazza San Paolo, il Cinema Monza in via Borsa, l’Apollo di via Lecco, l’Astra in via Manzoni e il Manzoni, che ora è “solo“ il teatro comunale.

Ma già dalla fine dell’Ottocento in via Cortelonga esisteva il teatro Villa Politeama, rilevato intorno al 1906 dal commerciante di vini Giovanni Ponti che ne fece il cinema Politeama, andato a fuoco nei primi giorni del luglio 1913 e ricostruito nel 1914. Alla riapertura Giovanni Ponti lo chiamò Politeama Monzese. Nel 1930 i nuovi esercenti resero omaggio al precedente proprietario, rinominando la sala come Cinema Teatro Ponti e poi Supercinema. Negli anni Trenta e nei primi anni Quaranta il Ponti era la principale sala monzese, con programmazioni di prime visioni alla pari al Centrale. Negli anni ‘60 fu demolito e trasformato nel Teodolinda dei tempi moderni. Nel 1956 Angelo Grasso, siciliano di nascita ma monzese di adozione, aveva fondato il cinema nel quartiere Triante, regalando alla città un importante punto di incontro. Nel 1968 l’immobile fu ristrutturato e il cinema venne dotato dei migliori impianti del periodo e chiamato Metropol, rimasto attivo fino al 2019. Nei primi mesi di quell’anno le presenze si erano ridotte del 30% rispetto al già cupo 2018: "Una situazione – diceva la famiglia Grasso – che ha confermato l’impossibilità di proseguire anche per i costi di gestione ormai non più sostenibili e per le ovvie necessità di mantenere livelli adeguati di sicurezza per il pubblico".

Ancora negli anni ‘70 e ‘80 c’erano otto sale: Apollo, Astra, Centrale, Capitol, Maestoso, l’ultimo nato nel 1978, Teodolinda, Metropol e Manzoni. Monza era una città multisala: i cinema erano stati messi in rete con agevolazioni e promozioni sui biglietti (era all’11° posto in Italia per numero di biglietti venduti), la gran parte gestita dal patron Francesco Cardin, dal 1968 al 2006. Era stato lui a “inventare“ formule copiate anche in altre città: il “Cinema con the“, proiezioni pomeridiane che si concludevano con una tazza di the e le proiezioni a prezzo ridotto al sabato pomeriggio, il biglietto cumulativo per le famiglie. Oggi al posto del Maestoso si trova un supermercato, il Teodolinda giace tristemente chiuso, il Centrale è diventato sede di una banca, chiuso anche il Metropol che non si può abbattere, essendo il basamento di un condominio di 4 piani. L’Apollo giace all’abbandono, degli altri non è rimasta traccia.