Giunta grillina sotto accusa: "Si è aumentata lo stipendio"

Denuncia della Lista civica all’opposizione Noi per Vimercate

Il consigliere Alessandro Cagliani

Il consigliere Alessandro Cagliani

Vimercate, 13 marzo 2017 - Sorpresa, la Giunta grillina si aumenta lo stipendio. «Populismo e demagogia si infrangono contro i numeri, i 5 Stelle ci costano più del Pd». È il giudizio del capogruppo di opposizione Alessandro Cagliani (Noi per Vimercate), che ha chiesto e ottenuto una verifica sulle indennità di carica, scoprendo che l’aggravio è del 50%: prima, per il sindaco Paolo Brambilla e i suoi assessori i contribuenti spendevano 51mila euro a semestre, ora 77mila, 52mila euro in più l’anno. «Tutto lecito, per carità – chiarisce il capogruppo – ma voglio sfatare un mito: vedo più analogie che differenze con la casta. Il taglio dello stipendio è una mistificazione dei 5 Stelle che alla prova dei fatti, però, non regge». Il primo cittadino Francesco Sartini spiega che «in quella cifra sono compresi anche i contributi, visto che la squadra si è dedicata a tempo pieno alla città», sottintendendo, forse, che ce n’era bisogno.

Un’argomentazione che si presta all’ironia di Maria Sole Mascia, capogruppo dem, ex avversaria di Sartini nella corsa a Palazzo Trotti, e ora spina nel fianco del vecchio contendente dai banchi della minoranza. Conosce la macchina a menadito - è stata assessore alla Cultura – e fa alla svelta a mettere in difficoltà la maggioranza. «Scopriamo così che sono diventati professionisti della poltrona», è il commento che più prova a pungere sul vivo i paladini della democrazia diretta. Incidenti di percorso? «No, ci sono pure le spese pazze, come il divano di design per la biblioteca, costato 7mila euro, un triclinio 2.0, un inno alla vanità, mentre le famiglie non arrivano a fine mese. E gli operai della k-Flex aspettano fondi». «Esempi di incapacità di governare - per l’azzurra Cristina Biella - e adesso veniamo a sapere pure che li paghiamo di più». «Per diventare assessore a Vimercate, sembra sia meglio non avere un lavoro», chiude Mascia, alludendo alla differenza del conteggio a favore di chi si dedica al Palazzo full-time.