Vimercate, ore decisive per la Fimer: 180 lavoratori a rischio

"Mancano i materiali e la liquidità per pagare gli stipendi", corsa contro il tempo per scongiurare il fallimento

I lavoratori sono in solidarietà da gennaio

I lavoratori sono in solidarietà da gennaio

Vimercate (Monza Brianza) - "Mancano i materiali e la liquidità per pagare gli stipendi": è corsa contro il tempo per salvare Fimer dal fallimento. Il colosso delle colonnine elettriche e degli inverter con quartier generale a Vimercate "rischia il crack", dicono Fim e Fiom. In concordato preventivo l’azienda tratta con due fondi - Certina e Attestor - per l’ingresso nella società, tutti con il fiato sospeso nel sito di via Kennedy, dove i 180 lavoratori sono in solidarietà da gennaio, e in quello di Terranuova Bracciolini nell’Aretino, in Toscana, comprato da Abb due anni fa, con 450 addetti.

L’obiettivo era rafforzare la produzione, ma poi il Covid e la difficoltà nel reperire componenti e materie prime hanno cambiato lo scenario. I sindacati lanciano l’allarme: "La proprietà deve fornire garanzie occupazionali e sull’indotto, soffre tutta la filiera, ed elementi concreti che diano una schiarita sul futuro". Non solo. "Serve un ‘Piano b’ nel caso in cui le trattative in corso con eventuali nuovi investitori sfumino. Abbiamo chiesto un incontro urgente alla sindaca di Usmate Lisa Mandelli, che ci ha già dato disponibilità".  I metalmeccanici sollecitano le istituzioni a mobilitarsi "per evitare l’epilogo peggiore", dice Lorena Silvani della Fim-Cisl.

La crisi è già sul tavolo del ministero, mentre il tribunale di Arezzo ha prorogato di altri 60 giorni il concordato, in scadenza. "C’era la possibilità che non lo facesse", aggiunge Claudio Rendina della Fiom-Cgil Brianza. Altre otto settimane per dare più solidità finanziaria al gigante della sostenibilità con i piedi d’argilla. Ma in fabbrica "le dimissioni si susseguono", chi trova un’alternativa lascia. "La produzione a Vimercate cala continuamente: non è un bel segnale. Di conseguenza diminuisce la disponibilità di cassa. Il nuovo rinvio – chiariscono Silvani e Rendina – non fa che seminare amarezza nei reparti". Chi resta prova a guardare avanti, nei mesi scorsi è stata eletta la nuova Rsu, rappresentati per uscire dal periodo nero e lasciarsi tutto alle spalle. Ma non è facile: "Si vive alla giornata in attesa di risposte che non arrivano. Servono un piano industriale, certezze e che si paghi il salario. Solo così si potrà sciogliere il nodo sulle prospettive. A fine 2021 Fimer "ci aveva detto che era al lavoro su un nuovo piano di sviluppo parallelamente ai bilanci e che tutto sarebbe stato concluso a febbraio. Invece la luce in fondo al tunnel non si vede".