Cesano Maderno, Mercatone Uno: clienti in rivolta

Tensione davanti ai cancelli: in tanti attendono mobili già pagati

Mercatone Uno, no a gare frazionate

Mercatone Uno, no a gare frazionate

Cesano Maderno (Monza Brianza), 28 maggio 2019 - Oggi non sanno più nemmeno a chi rivolgersi, visto che il grande magazzino resta chiuso e i dipendenti, dopo il presidio di sabato mattina, quando sono stati chiamati a svuotare gli armadietti, ora sono a casa in attesa di notizie.

Anche ieri qualcuno si è presentato davanti alla sede sperando di vedere qualcuno, ma ha trovato tutto chiuso. Sono moltissime le famiglie che hanno subito danni, anche giovani coppie che stanno mettendo su casa e che si erano rivolte qui per comprare cucina, soggiorno e camere e che ora rischiano di restare con i locali vuoti. Ieri pomeriggio a Roma si è svolto l’incontro urgente convocato dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio, anticipando quello che era da tempo in calendario per il 30 maggio, visto il precipitare della situazione. «Di Maio ha garantito la volontà di intervenire con determinazione e con rapidità, ma ci sono dei passaggi tecnici complicati da seguire» ha spiegato all’uscita dall’incontro Stefano Franzoni, segretario generale UilTucs, rivolgendosi a una folta delegazione di lavoratori scesa a Roma.

«Il Tribunale di Milano ha decretato fallimento con riconsegna dell’azienda all’amministrazione straordinaria» ha puntualizzato Sabina Bigazzi, segretario generale Filcams Cgil. «Il ministero intende fare in modo che si apra la procedura per la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori e contemporaneamente avvierà la ricerca di nuovi finanziatori». Il 30 maggio sono convocati a Roma i rappresentanti dei fornitori che vantano crediti con Shernon Holdings (si parla di circa 250 milioni dovuti ad aziende artigiane sparse in tutta Italia). Bisogna ricomporre una situazione assai complicata, come ha sottolineato Franzoni. I tempi non potranno certo essere brevi anche perché occorre passare attraverso decisioni dei Tribunali, in particolare quello di Bologna per la “retrocessione" della proprietà alla precedente amministrazione straordinaria. Ancora tutta da valutare la possibilità che i negozi possano riaprire, almeno in parte. «Al Governo chiediamo di vigilare con attenzione sugli imprenditori che sottoscrivono gli accordi come evidentemente non è stato fatto finora» l’appello dei sindacati.