Brianza, più posti di lavoro ma sempre più precari

I dati diffusi dalla Cisl Monza e Brianza

Lavoro precario

Lavoro precario

Monza, 23 gennaio 2018 - Lavoro ce n’è. Come prima della crisi. Ma non la qualità. Assunzioni se ne fanno, infatti, ma sono sempre più precarie. È la sintesi dei dati diffusi ieri dalla Cisl Monza e Brianza. Il sindacato ha raccolto una serie di numeri e indicatori su occupazione e imprese per «provare a tracciare un quadro complessivo della situazione sul territorio», spiega Rita Pavan segretario generale della Cisl Monza, Brianza e Lecco.

"Secondo i dati diffusi da un recente studio Excelsior e Unioncamere, fra dicembre e febbraio in Brianza sono previste 13.860 assunzioni: circa 4.000 nell’industria e 10.000 nei servizi", spiega Enzo Mesagna, responsabile del Dipartimento mercato del lavoro della Cisl Brianza. Assunzioni, non posti, perché molti contratti durano anche pochi giorni. "Nel primo semestre 2017 ad esempio si sono contati 3060 posti di lavoro in più frutto di 41.451 avviamenti (assunzioni) a fronte di 38.391 cessazioni (licenziamenti e pensionamenti). Ma la qualità? Uno su due (51%) è stato un contratto a tempo determinato mentre il 33 per cento a tempo indeterminato. Il resto (quasi il 20%) è rappresentato da contratti di somministrazione, collaborazione", aggiunge Mesagna.

Tornando ai dati Excelsior-Unioncamere, sulle 3.250 assunzioni fatte a dicembre: 750 erano di dirigenti, 1.360 di impiegati e commessi, 720 di operai specializzati e 420 per professioni non qualificate. Il titolo di istruzione “più richiesto” è il diploma (38,8%) seguito dalla qualifica professionale (29,2%) e dalla laurea (14,6%) mentre nel 17,4% dei casi non è necessaria nessuna qualifica specifica. Ad assumere sono in particolare le piccole aziende (quelle fra uno e 49 dipendenti) con 1960 nuovi contratti, seguite da quelle con più di 250 addetti (660 assunzioni) e infine quelle fra 50 e 249 persone (630 nuovi contratti). Nel 16,3% si cercano donne, nel 24,5% uomini mentre nel restante 59,2% il genere è indifferente.

Fra Milano, Brianza e Lodi (non sono disponibili dati disaggregati) si è registrato un aumento delle ore richieste di cassa integrazione che sono invece in diminuzione nell’intera Lombardia. "Un quadro che ha diversi aspetti positivi anche se non possiamo nasconderci alcune situazioni di difficoltà come i casi Panem, Canali e Candy o quello della K-flex. Aziende dove sono stati licenziati o rischiano il posto centinaia di lavoratori", spiega la Pavan. Da un punto di vista economico nel terzo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo 2016 la Camera di commercio ha registrato l’iscrizione di 798 nuove imprese a fronte di 729 chiusure, la produzione industriale è salita del 3,5% le vendite e i fatturati del 3,9%, le esportazioni del 37,5%, gli ordini esteri del 3,2% e quelli interni dell’1,4%.