Gianetti, il Mise garantisce: "Affianchiamo il compratore"

Ceriano, l’incontro dei sindacati con la viceministra Alessandra Todde: "Gli obiettivi sono salvaguardare i 152 posti e rilanciare l’azienda"

Una manifestazione dei lavoratori della Gianetti ruote di Ceriano

Una manifestazione dei lavoratori della Gianetti ruote di Ceriano

Ceriano Laghetto (Monza Brianza) - Primo passo in avanti dopo 18 giorni di lotta, ma ancora nessun ritiro dei licenziamenti. "Il governo è pronto ad affiancare un compratore per accompagnare il rilancio della Gianetti e salvare 152 posti di lavoro. I soldi necessari potrebbero arrivare dal fondo di Salvaguardia con la società pubblica Invitalia e altri soggetti industriali", dice la viceministra dello Sviluppo Alessandra Todde. È lei che ieri ha condotto più di due ore e mezza di trattativa fra i sindacati dello storico marchio brianzolo delle ruote in acciaio e i proprietari del fondo Quantum che il 3 luglio hanno annunciato la chiusura dello stabilimento di Ceriano Laghetto.

Un percorso in salita per la mediazione cominciata con una distanza siderale fra le parti. I sindacati a chiedere il ritiro dei licenziamenti e la riapertura immediata della fabbrica e l’amministratore delegato Goran Mihajlovich a non lasciare speranze, neppure, inizialmente, all’ipotesi di vendita. Un teorema con un pesante corollario: l’effetto domino degli esuberi sull’altro sito produttivo, a Carpenedolo, nel Bresciano, finora risparmiato dalla bufera. A spaventare la proprietà sarebbe la legge fallimentare che addebita a chi cede la responsabilità di un eventuale crac del successore per due anni.

Nodo sciolto dall’impegno tratteggiato dal ministero di offrire tutela all’operazione, che ha finito per aprire una breccia nel muro sinora inespugnabile dei soci tedeschi collegati con Roma per tutto l’incontro. A pesare anche il pressing della Regione che per voce dell’assessore al Lavoro Melania Rizzoli ha ripetuto più volte che "in Lombardia non si agisce così". Ma non basta. Per Fim, Fiom e Uilm il punto chiave "è la continuità aziendale. E quindi no ai licenziamenti e no alla cassa per cessata attività proposta dall’amministratore e sì invece agli ammortizzatori per riorganizzarsi – spiega Pietro Occhiuto, segretario della Fiom provinciale –. Abbiamo sentito parole importanti, ma non è ancora abbastanza". Insistono di più sul dato positivo di una prima apertura Vittorio Sarti e Francesco Caruso, alla testa della Uilm, "ma pensiamo anche di ricorrere al giudice contro i licenziamenti che vanno ritirati subito". La Fim concorda e pone l’accento "sulla scelta inaccettabile di cancellare gli ordini. E’ come cancellare il futuro", dice il segretario nazionale dei metalmeccanici Ferdinando Uliano.