Effetto Covid sui lavoratori metalmeccanici: cancellati 2.000 posti in Brianza

Sono i contratti a termine non rinnovati nelle imprese metalmeccaniche. Un campanello d’allarme per quanto di peggio potrebbe accadere a settembre

Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Monza, 8 agosto 2020Duemila posti saltati in poche settimane. I metalmeccanici precari pagano un conto salato all’epidemia. Il dato ha fatto scattare l’allarme rosso nella segreteria della Fiom-Cgil Brianza. "Rischia di essere il preludio a un’emorragia senza precedenti - dice Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom, la categoria dei metalmeccanici della Cgil -. A settembre, la crisi potrebbe abbattersi su tutti gli altri, soprattutto 10mila addetti dell’automotive".

Le vendite record di macchine nel primo weekend dell’eco-bonus "non devono ingannare. I piazzali dei concessionari sono pieni di automobili da vendere, ma la produzione ristagna". Agosto non ferma il sindacato, sul tavolo, "c’è una sfida epocale". "La moria di tempi determinati e di personale fornito dalle interinali utilizzato dalle imprese per fare flessibilità non può lasciare indifferenti - aggiunge il segretario -. Parliamo di famiglie che vivevano nell’incertezza e che ora si ritrovano a spasso".

Un destino che potrebbe travolgere tanti altri, fino a sfociare in crisi sociale. "Il governo ha messo un paletto: niente licenziamenti, ma solo per le aziende che hanno chiesto la cassa integrazione per Covid. Il rinnovo, appena firmato, è di altre 18 settimane. Temiamo che qualche capitano di industria faccia il furbetto. Non ricorra, cioè, agli ammortizzatori per ristrutturare, lasciando gli operai in mezzo alla strada". L’appello è "a utilizzare gli aiuti", l’obiettivo da centrare a tutti i costi, "salvaguardare i livelli occupazionali attuali".

Sono 1.763 le ditte del comparto che hanno chiesto e ottenuto la ‘cassa’ per fare fronte all’epidemia, insieme assorbono una buona fetta dei 41.500 addetti del settore. "In gioco c’è la tenuta del sistema - sottolinea Occhiuto – è un momento molto delicato".

Cresce la preoccupazione anche per il galoppare dei contagi in aumento dappertutto: "La situazione in Europa sta diventando critica: la Scozia è di nuovo in quarantena, Francia e Germania sono in difficoltà. Noi abbiamo sottoscritto più di 120 protocolli con regole destinate a evitare che le fabbriche si trasformino in focolai. Ed è questo lo scenario che dobbiamo scongiurare". «Gli accordi - aggiunge Occhiuto - non devono rimanere sulla carta, bisogna attuarli. Sui paletti per contrastare il virus è vietato abbassare la guardia, soprattutto adesso. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione: il confronto fra Rsu e aziende non deve essere indebolito. Al contrario, occorre intensificarlo. O, sarà un autunno nero".