Candy, primo sciopero dell'era cinese

I lavoratori hanno incrociato le braccia contro l'aumento di produzione da 85 a 100 lavatrici all'ora

La protesta alla Candy

La protesta alla Candy

Brugherio (Monza Brianza), 1 luglio 2019 - Primo sciopero dell’era cinese della Candy. Oggi gli operai hanno incrociato le braccia per un’ora al mattino e un’ora il pomeriggio bloccando i cancelli. Una protesta decisa dopo due assemblee (una per turno). Motivo? L’ipotesi che la proprietà chieda di salire dall’attuale produzione di 85 lavatrici all’ora a 100. Meglio, potrebe dire qualcun: più lavatrici, più lavoro. Non proprio. «Non ci sono garanzie sull’aumento delle ore e della produzione totale. Se questo non avviene paradosalmente potrebbero aumentare gli esuberi. Più lavatrici prodotte con le stesse persone e le ore attuali», spiega Paolo Mancini delegato sindacale della Fiom. «Le assemblee - ha aggiunto Mancini - hanno valutato che si potrebbe salire a 100 pezzi ora solo: rivedendo i carichi di lavoro. Aggiungendo una pausa (da due a tre), aumentando i volumi di produzione totali in modo da diminuire gli esuberi».

In ogni caso è il primo sciopero da quando Haier (annuncio a settembre 2018 e closing a gennaio di quest’anno) colosso cinese degli elettrodomestici ha acquistato la Candy per 475 milioni di euro dalla famiglia Fumagalli. Una protesta che arriva a 15 giorni dall’incontro al Ministero nel quale proprio Haier dovrebbe presentare ai sindacati il piano industriale. E pochi giorni prima della vendita ai cinesi, era stato raggiunto un accordo sindacale per la salvaguardia dei livelli occupazionali che scongiurava possibili licenziamenti (gli esuberi individuati dalla vecchia proprietà erano circa 200) nella fabbrica di Brugherio dove lavorano circa 450 operai. L’intesa siglata prevedeva un anno di cassa integrazione a 24 ore lavorative settimanali (fino al prossimo settembre) e un secondo anno senza ammortizzatori sociali ma con una riduzione “volontaria” d’orario (28 ore a settimanali). Stipendi in entrambi i casi decurtati pur di non licenziare nessuno.

«In questo momento però si lavora fra le 15 e le 21 ore settimanali... più 15 che 21», aveva sottolineato nei giorni scorsi il segretario generale della Fiom Cgil Brianza, Pietro Occhiuto. Un’intesa che prevedeva un aumento dei volumi produttivi da 320mila lavatrici a 500mila nell’arco dei due anni. «Numeri che devono essere rispettati. Anzi migliorati, magari approfittando della possibilità di allungare di un altro anno la cassa integrazione facendo slittare la “fase due” dell’accordo al 2020», aveva aggiunto Occhiuto. Nel 2018 il fatturato combinato dei due gruppi (1,4 miliardi Candy e oltre 30 miliardi Haier) si classifica al quinto posto nell’Europa occidentale e punta a raggiungere le prime tre posizioni entro il 2022.