Candy, torna la speranza. I lavoratori: "La luce dopo anni bui"

Le lavatrici rientrano in Brianza

La bella notizia in fabbrica arriva dopo un lungo periodo di  cassa integrazione

La bella notizia in fabbrica arriva dopo un lungo periodo di cassa integrazione

Brugherio (Monza e Brianza), 5 dicembre 2019 - Gli operai della Candy sono increduli: la proprietà cinese investe su di loro e dal prossimo anno riporterà la produzione di 100mila lavatrici oggi realizzate in Cina nello stabilimento di Brugherio. Dopo anni di scioperi, cassa integrazione, riduzione del personale, solidarietà, adesso arriva la bella notiziaFuori dai cancelli pochi sono disposti a parlare: preferiscono prima vedere i fatti. «Sono contenta e spero tutto il meglio per me e per i miei colleghi - commenta Marilena Rizzo prima di iniziare il turno in fabbrica -. È da 19 anni che lavoro qui, mi auguro che le promesse vengano rispettate, per lavorare tutti e meglio».

Haier, il colosso cinese degli elettrodomestici che un anno e mezzo fa ha acquistato il marchio Candy dalla famiglia Fumagalli per 475 milioni di euro, rispetto ai predecessori ha fatto retromarcia. I patron brianzoli, per far quadrare i conti, avevano delocalizzato la produzione. Arrivando nel 2012 in Cina, dove prima avevano costruito l’azienda di assemblamento delle lavatrici, e poi trovato il nuovo acquirente. Ma i cinesi hanno riportato la produzione di 100mila lavatrici a Brugherio. Dal prossimo anno gli operai brianzoli saranno impegnati nell’assemblamento al posto dei cinesi. «È un segnale molto importante, non ce lo aspettavamo - spiega Raimondo Riggio, delegato sindacale, dagli anni Novanta alla catena di montaggio -. Adesso aspettiamo una svolta reale dopo anni di ammortizzatori sociali».

Per Riggio la scelta dei cinesi di riportare la produzione delle lavatrici ad incasso a Brugherio si basa su un fattore di costi. «Queste lavabiancheria sono destinate al mercato europeo - precisa -. Assemblarle in Cina per poi rispedirle in Europa costa troppo». Ma non è solo un fattore economico. «Siamo felici che Haier riconosca e investa sulla professionalità degli operai della Candy di Brugherio », aggiunge. Il sindacalista intravede una luce fuori dal tunnel dopo la presentazione dei vertici aziendali al ministero dello Sviluppo Economico di un piano di rilancio, in netta controtendenza rispetto al passato. «Auspichiamo che presto si possa anche arrivare a quelle 24 ore settimanali che i Fumagalli avevano promesso, ma che non sono mai arrivate - precisa -. I lavoratori della Candy di Brugherio in questi anni hanno fatto importanti sacrifici e ancora adesso li stanno facendo lavorando a ritmo più sostenuto sulla catena di montaggio».

In questi anni le tute blu della Candy, un tempo invidiate per quello che veniva considerato non solo un posto fisso, ma tra i meglio retribuiti a livello locale, hanno dovuto tirare la cinghia. «L’azienda ci ha fornito un piccolo ma importante riconoscimento - precisa -. Ai lavoratori che non raggiungevano comunque le 24 ore settimanali di lavoro è stata garantita l’una tantum di 800 euro». Piccoli passi che fanno trascorrere ai lavoratori un Natale più sereno. Ma c’è ancora molto da fare. «Speriamo che sia l’inizio di un periodo migliore», commenta Marilena Santomaso, delegata Fiom Cgil in azienda dal 1997. Che solleva un altro problema: quello della sospensione del pullman che trasportava i dipendenti che dalla zona di Erba dopo la chiusura della ditta andavano a lavorare a Brugherio. «A fine mese il trasporto influisce parecchio sulla busta paga - commenta -. Ma che cosa dobbiamo fare? Per tenermi stretto il posto di lavoro non ho potuto fare altro che utilizzare la mia auto: ogni giorno percorro 72 chilometri tra andata e ritorno. Mi auguro che i cinesi investano davvero, spero non sia un’illusione».