Clamoroso alla Candy, il sindacato non firma l’accordo contro i licenziamenti

L’intesa avrebbe eliminato oltre 200 esuberi in cambio di tagli ai salari. Nuovo incontro fra una settimana, lavoratori preoccupati

Nello stabilimento Candy di Brugherio lavorano circa 500 operai

Nello stabilimento Candy di Brugherio lavorano circa 500 operai

Brugherio (Monza Brianza), 27 settembre 2018 - I sindacati non firmano l’accordo. Colpo di scena nella vertenza Candy che sembrava destinata a chiudersi ieri. Invece no. «Una settimana fa ci eravamo espressi favorevolmente sull’accordo. Ieri i sindacati dovevano firmare l’intesa con l’azienda, ma ci è stato detto che già nella prima settimana di ottobre invece dei tre giorni lavorativi previsti, l’azienda ne ha fissati due. Pur capendo che serve tempo per mandare a regime l’accordo al sindacato non è sembrato il modo giusto per partire, quindi sono state chieste ulteriori garanzie all’azienda. In particolare si vorrebbe un impegno formale siglato dall’amministratore delegato Beppe Fumagalli. Se ci saranno tali garanzie il 4 ottobre, data nella quale è stato fissato un nuovo appuntamento con l’azienda, sarà firmato l’accordo», spiegano alcuni lavoratori preoccupati per il loro futuro.

Una battuta d'arresto inattesa. Una settimana fa operai e impiegati di Brugherio avevano votato sì (sia pur con un non esaltante 65% di consensi) al referendum sull’intesa raggiunta pochi giorni prima fra vertici Candy e sindacati. Un accordo che eviterebbe circa 200 licenziamenti nei prossimi due anni grazie a cassa integrazione (prima) e tagli salariali (poi). Nello specifico, dall’1 ottobre, per un anno scatterebbe la cassa integrazione (tre giorni lavorativi alla settimana) mentre nel successivo (con 28 ore lavorative a settimana) si manterrebbe sostanzialmente mantenuto lo stesso livello salariale attraverso il taglio di alcuni integrativi.

Un accordo che oltre a eliminare circa 200 esuberi (licenziamenti annunciati 2 anni fa e poi “congelati” attraverso i contratti di solidarietà) porterebbe anche a un aumento dei volumi produttivi di Brugherio: dalle attuali 320mila lavatrici all’anno a circa 500mila, riportando in Brianza quasi 200mila lavabiancheria che nei piani aziendali dovevano essere costruite in Cina. Ora però tutto è tornato in bilico (anche se è difficile pensare davvero che possa saltare un accordo che alla fine, chi più chi meno, soddisfa tutti). Nessun commento invece dai piani alti della multinazionale. Il Gruppo Candy, dopo anni di flessione, sta ora attraversando un momento di rilancio. Il fatturato è cresciuto del 14% nel 2017 (1,148 miliardi di euro di ricavi). Candy ha circa 4.100 dipendenti nel mondo, sei stabilimenti tra Europa, Turchia e Cina. Oltre a Hoover, possiede, fra gli altri, i marchi Rosières (Francia), Jinling (Cina).