Candy, accordo sulla proroga della cassa integrazione. Ma al Ministero mancano i soldi

Una doccia gelata per i dipendenti

Le linee di produzione di Brugherio dove vengono costruite le lavabiancheria Candy

Le linee di produzione di Brugherio dove vengono costruite le lavabiancheria Candy

Brugherio (Monza Brianza), 31 luglio 2019 - L'accordo c’è. I soldi forse. Una doccia gelata per i dipendenti della Candy (azienda acquistata un anno fa dal colosso cinese Haier). Sindacati e azienda avevano infatti siglato un accordo per il prolungamento di un anno della cassa integrazione che scadrà a settembre. Ma arrivati a Roma, la beffa. "I tecnici del ministero ci hanno comunicato che i fondi stanno per terminare e c’è il rischio che non ci sia la copertura", spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza. Il prolungamento della cassa rinvierebbe di un anno l’entrata in vigore della “decurtazione volontaria” dello stipendio che era stata avallata dagli operai (450 persone) pur di conservare i posti di lavoro.

Nei giorni scorsi Haier aveva presentato un piano industriale con investimenti per aumentare la produzione di lavatrici a Brugherio: 400mila nel 2019, 450mila nel 2020 e 500mila nel 2021. Incrementi non ritenuti sufficienti dai sindacati. "Lascerebbero sul campo 130 esuberi", dice Occhiuto. "Il prolungamento della cassa avrebbe garantito 24 ore lavorative settimanali. Attualmente si lavora fra le 15 e le 21 ore. Senza la cassa verrebbero chiesti ulteriori sacrifici ai lavoratori", spiegano i sindacalisti. Ma che fare? «Nelle prossime ore scriveremo ai parlamentari del territorio perché si attivino per rifinanziare il fondo per la cassa destinata alle riorganizzazioni aziendali. Ad Haier-Candy abbiamo chiesto di depositare il prima possibile la richiesta di prolungamento degli ammortizzatori sociali (senza aspettare la scadenza di settembre) perché le domande vengono esaminate dal ministero su base cronologica", spiega Occhiuto.

Non c’è pace per la fabbrica Candy di Brugherio, ultima rimasta in Italia della multinazionale che la famiglia Fumagalli ha ceduto un anno fa al colosso cinese Haier per 475 milioni di euro. Haier che nei mesi scorsi ha spostato da Parigi alla Brianza il quartier generale europeo. Il gruppo Candy, costruttore della prima lavatrice italiana, era arrivato ad avere un fatturato di 1,14 miliardi di euro nel 2018, circa 5.000 dipendenti nel mondo (900 fra operai e impiegati nell’unica sede italiana, a Brugherio) e impianti produttivi tra Europa, Turchia e Cina. Dal 1945 al 2018 aveva acquistato i marchi Hoover, Iberna (Spagna), Jinling (Cina) Rosières (Francia), Süsler (Turchia), Vyatka (Russia), Zerowatt, Gasfire e Baumatic. I volumi aggregati dei gruppi Haier e Candy nel 2018 rappresentavano il 15,1% del mercato globale dei grandi elettrodomestici, del 22,7% degli elettrodomestici di refrigerazione free-standing, e del 19,8% per gli elettrodomestici destinati al lavaggio. Il fatturato combinato dei due gruppi (1,4 miliardi Candy e oltre 30 miliardi Haier) si classifica al quinto posto nell’Europa occidentale e punta a raggiungere le prime tre posizioni entro il 2022.