Candy, verso un altro anno di cassa per congelare 250 licenziamenti

Dopo la trasformazione dei contratti di solidarietà in cassa integrazione, gli ammortizzatori sociali scadranno il 23 settembre

La fabbrica della Candy a Brugherio

La fabbrica della Candy a Brugherio

Brugherio (Monza e Brianza), 28 luglio 2017 - Obiettivo: scongiurare 250 licenziamenti a settembre. Un intento che è stato al centro della trattativa che si è svolta ieri nella sede di Confindustria fra sindacati e vertici aziendali della Candy. Da due anni infatti i circa 500 operai della fabbrica brianzola (unica del gruppo rimasta in Italia) sono in cassa integrazione. Un ammortizzatore sociale che era stato utilizzato per “congelare” i 280 esuberi (oggi scesi intorno a 250 dopo una serie di pensionamenti e uscite volontarie) annunciati dall’azienda nell’estate del 2016. Contratti di solidarietà che scadono (ma a questo punto è meglio dire sarebbero scaduti) il 23 settembre “senza possibilità di ulteriori proroghe”, si diceva fino a poc tempo fa. Ma da un mesetto la situazione è cambiata. «Con un accordo con l’azienda abbiamo trasformato i contratti di solidarietà in cassa integrazione», spiega Paolo Mancini, delegato sindacale della Candy. Una trasformazione che potrebbe fare una notevole differenza per il futuro dei lavoratori. "Una norma prevede infatti che in aziende che abbiamo avviato trasformazioni industriali con nuove tecnologie per creare le cosiddette “fabbriche 4.0” ci sia la possibilità di chiedere un prolungamento fino a un anno degli ammortizzatori. Ma solo per la cassa integrazione", spiega Mancini.

A questo punto la partita decisiva si giocherà tra fine agosto e inizio settembre a Roma, sui tavoli del ministero. Infatti seppur trasformati da solidarietà a cassa integrazione (il trattamento economico per le tute blu resta sostanzialmente invariato) i contratti scadranno sempre il 23 settembre. Ma anche qualora il ministero non dovesse dare l’ok al prolungamento della cassa, sindacati e Candy, ed è questa la principale novità dell’incontro di ieri, starebbero studiando una formula che possa consentire di mantenere sostanzialmente inalterato il numero di operai nella fabbrica brianzola. Una nuova organizzazione dei tempi in fabbrica che permetterebbe di «lavorare meno e lavorare tutti» mantenendo sostanzialmente gli stessi livelli retributivi attuali (cioè con la decurtazione della cassa integrazione).

Ad agitare parte degli operai è però un’altra questione. La possibile cancellazione dei pullman, pagati dall’azienda, che portano a Brugherio gli operai che lavoravano nelle fabbriche, oggi chiuse, in provincia di Lecco e Bergamo. Per persone che guadagnano 1.200-1.300 euro al mese dover pagare benzina e autostrada quasi tutti i giorni potrebbe essere troppo oneroso. Ma questo sarà un argomento da affrontare nelle prossime trattative.

Di sicuro il Gruppo Candy, dopo anni di flessione, sta attraversando un momento di grande rilancio. Un fatturato cresciuto del 14% nel 2017 quando i ricavi consolidati sono arrivati a 1,148 miliardi di euro. Candy ha circa 4.100 dipendenti nel mondo, sei stabilimenti tra Europa, Turchia e Cina e 47 società sussidiarie. Oltre a Hoover, possiede, fra gli altri, i marchi Rosières (Francia), Jinling (Cina) e Baumatic (GB).