Monza, i cittadini chiedono una provincia più smart

Maggiore tecnologia, meno burocrazia, riciclo dei rifiuti per rendere la vita più semplice e guadagnare in salute. Lo chiedono 8 persone su 10

Innovation Lab in Villa Reale a Monza

Innovation Lab in Villa Reale a Monza

Monza, 12 ottobre 2018 - Ottenere un certificato online. Gestire i servizi del Comune “comodamente dal computer di casa”. Avere un sistema di riciclo di rifiuti più efficiente. Eliminare un po’ di traffico automobilistico. È quanto chiedono i brianzoli alla tecnologia. Di questo si è discusso ieri in Villa Reale all’Innovation Day. Una giornata di studio e dibattito sulla creazione in Brianza di una delle prime Smart Area d’Italia. Un’idea promossa da RetiPiù (utility del Gruppo AEB Gelsia attiva nella distribuzione del gas metano e dell’energia elettrica su 25 comuni brianzoli).

In particolare per il 26 per cento di brianzoli “innovazione” vuol dire innanzitutto sviluppo di nuove tecnologie e nuovi dispositivi, mentre per il 14 per cento lo sviluppo tecnologico corrisponde alla digitalizzazione dei servizi nella Pubblica Amministrazione. La tecnologia non è per nulla vista come un nemico. Alla domanda sulle sensazioni che si provano nel pensare alla tecnologia, il 34 per cento degli intervistati ha dichiarato di considerarla funzionale, il 31 per cento prova curiosità, mentre il 21 per cento ottimismo. Solo un quarto dei brianzoli prova sensazioni negative quali incomprensione (7%), paura (3%), angoscia (3%). Tendenza questa più forte tra le casalinghe e i pensionati.

Sono i risultati dello studio presentato da Adrio de Carolis, presidente di Swg società a cui Rete Più ha commissionato la ricerca.

L’aspetto che più piace delle tecnologie smart è la comodità data da servizi più efficienti (33%). In aggiunta, il campione mostra una spiccata sensibilità per le questioni ambientali: per il 22 per cento l’innovazione tecnologica garantirebbe una riduzione dell’inquinamento, con conseguente diminuzione degli sprechi. Turba, invece, la prospettiva di una società sempre controllata e alienata (34%). Guardando al futuro, il 53 per cento degli intervistati rimane convinto che innovazione e tecnologie smart avranno un impatto limitato o trascurabile sulla vita delle persone e che in futuro non ci saranno grossi sconvolgimenti, soprattutto in provincia. Tra i servizi da implementare, i brianzoli scelgono sistemi di videosorveglianza nei parcheggi, servizi online (corsi di formazione e servizi di pubblica utilità), e bike e car sharing.

L’interesse dichiarato dai cittadini brianzoli verso i temi dell’innovazione e delle tecnologie smart è elevato. Oltre 4 brianzoli su 10 si dichiarano molto interessati e solo il 6% mostra indifferenza rispetto a questi temi. Su una scala da uno a 10, il grado di interesse medio registrato nei confronti dell’innovazione è più elevato tra le persone istruite (7,9), benestanti (7,5) e giovani (7,5). È più basso tra i pensionati (6), tra chi è meno istruito (5,8) e tra le casalinghe (5,7). Il riciclo e il riuso dei rifiuti si conferma il tema più sentito dai brianzoli con un punteggio di 7,9 su una scala da uno a 10. A seguire i servizi per migliorare la viabilità e ridurre il traffico con voto pari a 7,7.

A livello locale, secondo l’indagine condotta, la diffusione degli smart service non è capillare: un quarto dei brianzoli dichiara di non usufruire di servizi smart perché assenti nei loro Comuni. Quota che sale a un terzo nei Comuni più piccoli (fino a 10.000 abitanti). Tra i servizi erogati ritroviamo quelli della pubblica amministrazione (32%) e dei sistemi di videosorveglianza (32%). Il 59 per cento della popolazione raggiunta da almeno uno smart service ritiene siano insufficienti e di bassa qualità. Tra le motivazioni, ritroviamo ai primi posti le difficoltà economiche dei Comuni e le dimensioni ridotte degli stessi, rispettivamente al 32 per cento e al 20 per cento. A seguire con il 16 per cento l’insensibilità degli amministratori locali verso questi temi, soprattutto nelle realtà più grandi. In uno scenario in cui è forte la necessità di innovazione nei servizi, il campione considera importante identificare un soggetto di riferimento che si occupi di promuovere l’innovazione sul territorio. Circa l’80 per cento, e cioè 4 cittadini su 5, auspica la nascita di una cabina di regia brianzola guidata da un unico soggetto.

Temi sui quali in mattinata si sono svolti 6 tavoli di lavoro tematici, riservati ai rappresentanti delle amministrazioni e delle imprese locali. A ciascun working group è stato affidato l’approfondimento di un tema specifico: smart energy, economia cifrcolare, smart living, mobilità sostenibile, economia 4.0, smart community.

Nel pomeriggio salone al primo piano della Villa Reale si sono susseguiti gli interventi di Salvatore Majorana, direttore Kilometro Rosso; Vittorio Chiesa, Politecnico di Milano; Chicco Testa, presidente di FISE Assoambiente e Claudia Pingue di Polihub. Una giornata chiusa da Luciano Floridi, direttore del Digital Ethics Lab all’Università di Oxford. «Il nostro Paese sconta ancora una grande differenza fra Nord e Sud. La Brianza rappresenta una best practice per quanto riguarda, ad esempio, il riciclo dei rifiuti», ha detto Chicco Testa. «RetiPiù è da sempre impegnata sul fronte dell’innovazione. Lavora giornalmente per migliorare servizi e rapporti con gli utenti e con la comunità. È consapevole, però, che per poter dar luogo a una vera rivoluzione nel modo di pensare l’utility, nell’era dell’economia digitale, sia necessario partire dai territori e intercettarne i bisogni», ha detto Mario Carlo Novara, presidente di RetiPiù.