Monza, un quadrilatero a 30 all’ora: "È l’unica strada sicura"

L’associazione Monza in bici chiede di ritagliare una cittadella tra i quartieri di Triante , San Carlo San Biagio e San Giuseppe per sperimentare la viabilità lenta

In città ci sono soltanto brevi tratti riservati esclusivamente a pedoni e biciclette

In città ci sono soltanto brevi tratti riservati esclusivamente a pedoni e biciclette

Monza - Monza è assediata dal traffico. Ma ci sono ancora 7mila temerari che usano la bicicletta per gli spostamenti quotidiani. Per questo, l’associazione cicloambientalista “Monza in bici“ ha scritto all’assessore alla Mobilità e all’ambiente Giada Turato e al sindaco Paolo Pilotto per chiedere l’istituzione di una cittadella zona 30, in cui il limite massimo di velocità sia di 30 chilometri all’ora. La zona ipotizzata attraversa i quartieri Triante, San Giuseppe, San Carlo e San Biagio) ed è compresa tra viale Lombardia, via Manara, Via San Gottardo, Corso Milano, Via Borgazzi, Viale Campania. Le strade a più alto scorrimento, come ad esempio via Cavallotti e via Vittorio Veneto (e anche altre direttrici e circolari) potrebbero rimanere a 50 chilometri orari, ma possibilmente con l’introduzione della corsia ciclabile.

Le altre vie , all’interno del perimetro individuato, sono tutte piccole strade residenziali, a basso scorrimento, che in molti casi vengono già attraversate a velocità moderate, ma purtroppo non sempre, mettendo così in pericolo ciclisti e pedoni. Dai simpatizzanti dell’associazione arrivano poi altre indicazioni di zone in cui la velocità andrebbe drasticamente ridotta: si tratta degli attraversamenti davanti alla scuola media Bellani in via Foscolo, dove qualche anno fa era stata investita un’insegnante e via Ferrari, zona di attraversamento della scuola materna comunale.

«Entrambe – suggeriscono i cittadini – sono vie percorse da autobus urbani ed extraurbani e il traffico è caotico, spesso le auto non si fermano per far passare i bambini sulle strisce". "Riteniamo che la perdita di vite umane – considera Massimo Benetti, portavoce dell’associazione – che anche Monza ha subìto, sia un prezzo troppo alto da pagare, non possiamo permettercelo (come dichiarato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata dedicata alle Vittime della Strada) ed è giunto il momento di intervenire. Tra gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione il più importante tra tutti e anche il più semplice è l’introduzione del limite di velocità a 30 km/h diffuso su tutti i quartieri". Inoltre, aumentando il senso di sicurezza di pedoni, ciclisti, persone con disabilità, anziani, famiglie, fanno notare i cicloambientalisti, "si favorisce l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto, tra questi anche la bicicletta". "Il traffico non viene rallentato – sottolinea Monza in bici –, gli studi hanno evidenziato che i tempi degli spostamenti in macchina rimangono invariati e si procede con maggior fluidità. L’introduzione di questa misura, pertanto, non dovrebbe comportare grossi cambiamenti, né creare particolari disagi, ma garantire maggiore sicurezza". Per questi motivi l’associazione propone una prima zona a 30 km/ora in via sperimentale, da estendere poi a tutti i quartieri.