"Volevano 50mila dollari" Così è morto l’ambasciatore

È l’ipotesi della Procura sull’imboscata in cui un anno fa perse la vita Luca Attanasio. Due funzionari Pam accusati di omicidio colposo per non avere rispettato i protocolli

di Gabriele Bassani

Uccisi per 50mila dollari. Questa è l’ultima ipotesi che emerge sull’inchiesta che sta cercando di ricostruire l’agguato in cui, esattamente un anno fa, perse la vita Luca Attanasio, il giovane ambasciatore d’Italia in Congo, nato e cresciuto a Limbiate, dove oggi verrà commemorato con una serie di iniziative. Stando a quanto emerge dalle carte dell’indagine della Procura di Roma, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, il gruppo di banditi che ha bloccato il convoglio in cui viaggiava l’ambasciatore Attanasio, con il carabinieri di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo, avrebbe chiesto 50mila dollari per far proseguire il viaggio senza problemi. Ma i passeggeri non avevano quel denaro e l’imboscata si è trasformata nel tragico tentativo di sequestro a scopo di estorsione. Nei giorni scorsi i pm della Procura di Roma hanno proceduto alla chiusura dell’inchiesta a carico di Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il programma alimentare dell’Onu e del suo collaboratore Mansour Rwagaza. Nei loro confronti l’accusa è di omicidio colposo per non avere rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione della missione di Attanasio. Nel corso dell’interrogatorio, come rifersce l’Ansa, Leone ha ricostruito le drammatiche fasi dell’agguato. "Ho dato tutto quello che avevo, 300-400 dollari e il mio telefonino. Anche l’ambasciatore ha cominciato a togliersi le cose che aveva indosso, sicuramente il portafogli e forse l’orologio - ha spiegato agli inquirenti -. Ho detto a Iacovacci di stare calmo e di non prendere la pistola, forse gliel’ha detto anche l’ambasciatore". Il suo collega Rwagaza avrebbe raccontato che i banditi "hanno intimato di consegnare i soldi. Volevano 50mila dollari, altrimenti ci avrebbero portati nella foresta e poi avrebbero chiesto un riscatto… ho detto a Rocco Leone che dovevamo cooperare per evitare che fossimo uccisi". Sono comunque ancora molti i punti da chiarire di questa tragica vicenda, costata la vita a tre persone e che ha cambiato per sempre quella della famiglia di Luca, della moglie Zakia e delle loro tre bambine piccole, oltre che dei genitori e dei tanti amici che Luca ha lasciato e che dal 22 febbraio 2021 chiedono giustizia.