Dottoressa picchiata al Pronto soccorso di Vimercate

La donna presa a sberle da un uomo ubriaco che poco prima aveva tirato un pugno in faccia a un soccorritore del 118

Per calmare l'uomo sono dovuti intervenire i carabinieri

Per calmare l'uomo sono dovuti intervenire i carabinieri

Vimercate (Monza e Brianza), 16 novembre 2019 - Aggressione al pronto soccorso , Vimercate perde il primato sicurezza. Giovedì sera, un ubriaco ha assestato un ceffone alla dottoressa che cercava di calmarlo dopo che se l’era presa con gli infermieri. Lei a fine turno ha sporto denuncia contro l’assalitore. E lui presto incontrerà il giudice. Nonostante i 75mila accessi l’anno al servizio d’emergenza in città, non era mai successo niente del genere fra visite e sale d’attesa. Al personale la solidarietà del direttore generale che ieri ha incontrato il reparto. "Metteremo a punto nuove misure di prevenzione - annuncia Nunzio Del Sorbo – l’episodio deve rimanere isolato". Ma studiare contromosse i questo ambito non è facile, come confermano le cronache giorno dopo giorno. La rabbia esplode all’improvviso, incontenibile per i più svariati motivi: soprattutto diagnosi e cure ritenute poco appropriate da malati e parenti.  La ricostruzione dell’accaduto in Brianza porta le lancette indietro alle 23 di giovedì. Il paziente violento era accompagnato, ma chi era con lui non è riuscito a farlo ragionare. Massimo riserbo sull’identità del protagonista. E lui prima se l’è presa con gli infermieri, che si erano immediatamente accorti che era in preda ai fumi dell’alcol, e poi con la loro responsabile.

Ha insultato tutti gratuitamente, con ingiurie e improperi, fino a scagliarsi sulla specialista, colta di sorpresa dalla sberla, che le ha fatto volare gli occhiali per terra. La sua unica colpa è stata quella di cercare di sottoporlo a controllo. Poco prima un trattamento simile era stato riservato al soccorritore del 118 che se ne stava prendendo cura, ripagato con un pugno in faccia. Sono stati i carabinieri a mettere fine a questa escalation di soprusi. I sanitari hanno chiesto aiuto al 112 e la pattuglia è arrivata. I militari hanno riportato l’uomo alla calma, seguendolo nel percorso che l’ha accompagnato rapidamente alle dimissioni. Sul referto, la certificazione del suo stato. La dottoressa è rimasta in servizio tutta la notte, come previsto. Sulle porte del pronto soccorso sono affissi cartelli che invitano alla calma, una campagna per arginare un fenomeno dilaga in tutto il Paese. Ma il malato manesco non li ha neppure visti e ora dovrà rispondere di quanto fatto.  L’anno scorso, sui troppi maltrattamenti ai danni di medici, infermieri e personale di servizio, i sindacati hanno lanciato anche una raccolta firme, un modo per affrontare il delicato nodo del rapporto con i pazienti in situazione di stress. Un tema che in corsia rimanda alla sicurezza sul lavoro.