Via l’amianto dall’ex Snia Poi toccherà ai rifiuti

Le ruspe hanno acceso i motori ieri nella grande area abbandonata. Dopo il rogo di origine dolosa di settembre, ora si pensa alla rinascita

di Veronica Todaro

Nonostante il vento, tutto è andato per il verso giusto. È stato infatti avviato ieri mattina il cantiere propedeutico alla rimozione dell’amianto sulle coperture dei capannoni all’interno dell’area ex-Snia: spazi delimitati, preparazione delle aree, posa della piattaforme sui cui poggeranno i mezzi in totale sicurezza per l’eliminazione non solo dell’amianto ma anche dei rifiuti solidi urbani non combusti, dissequestrati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano a novembre dello scorso anno.

"È stata una giornata importante perché è l’inizio di un percorso, che di certo sarà lungo, ma significativo per la storia di Varedo", ha commentato il sindaco Filippo Vergani, che con il vicesindaco Fabrizio Figini ha seguito ieri mattina le prime operazioni per l’apertura del cantiere, insieme alla proprietà.

I lavori inizieranno nella zona interessata dall’incendio del settembre scorso, circa settemila metri quadrati di estensione: prima si procederà con le opere sulla copertura del capannone oggetto dell’incendio, poi si lavorerà sugli spazi contigui.

Lavori che procederanno per fasi: una volta rimosso tutto l’amianto, bisognerà fare una selezione dei rifiuti che oggi contengono anche le macerie dovute al crollo della struttura, per il corretto conferimento nei siti dedicati.

Operazioni che dureranno all’incirca un paio di mesi.

Una volta terminate tutte queste procedure, inizierà anche la demolizione degli edifici.

"Nel 2022 inizia il futuro della Snia – continua il primo cittadino – con i tempi e le modalità necessarie".

Anche perché restano ancora sotto sequestro i rifiuti bruciati, per un totale di circa 2mila tonnellate di spazzatura stoccata illegalmente.

"La proprietà sta lavorando anche su questo fronte per arrivare al dissequestro e chiudere definitivamente la vicenda dell’incendio".

L’area oggi è estremamente pericolosa, visti i continui cedimenti.

"Ricordo che si tratta di una proprietà privata – conclude Vergani – sorvegliata anche da telecamere. Per cui mi auguro che nessuno più si addentri, spinto dalla curiosità, dati i rischi che si corrono".

Un altro tassello per la rigenerazione dell’area era stato messo a dicembre, quando il Consiglio comunale aveva individuato la Snia tra gli ambiti di rigenerazione urbana e territoriale.

A spiegare meglio gli scenari aperti da quella decisione, il vicesindaco Figini: "È stato importante completare l’iter entro il 31 dicembre perché si potrebbero ottenere importanti fondi regionali nell’ambito della rigenerazione urbana, individuando e segnalando entro tale data le aree dismesse sul proprio territorio".