Vende prodotti finanziari su piattaforme non abilitate e intasca 2 milioni e mezzo

A processo un promoter abusivo che prometteva ricchi guadagni in criptovalute: illudeva le vittime versando i primi interessi, poi spariva nel nulla con i soldi

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Prometteva proficui investimenti in criptovaluta su piattaforme virtuali che però non risultavano abilitate ad operare in Italia. Dal 2016 al 2019 Roberto M., 61enne residente a Brugherio, sarebbe riuscito a farsi bonificare oltre 2 milioni e mezzo di euro da una ventina di investitori, che ieri in parte si sono costituiti parti civili per ottenere un risarcimento dei danni all’udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Andrea Giudici. Il brugherese è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione finanziaria e sarà processato a maggio. A rappresentare la pubblica accusa il sostituto procuratore monzese Alessandro Pepè, che ha coordinato le indagini della polizia giudiziaria dopo le denunce presentate nei confronti del 61enne. Secondo i capi di imputazione l’imputato, in concorso con altre persone mai identificate, avrebbe indotto in errore le presunte vittime "sulla possibilità di effettuare investimenti o di acquistare prodotti finanziari attraverso operazioni su piattaforme virtuali in realtà non abilitate ad operare in Italia".

Inoltre gli investitori sarebbero stati ingannati anche sull’esistenza di una società di diritto estero attraverso cui operare, invece risultata fittizia. "Io ho investito tutto quello che possedevo, 600mila euro", avrebbe detto il 61enne per attivare il tam tam di richieste di adesione, arrivate non solo dalla Brianza, ma anche dalle province di Milano, Bergamo, Varese, dopo che i primi interessi sugli investimenti avevano iniziato a fare gola. Ma poi Roberto M. sarebbe sparito insieme ai soldi.

S.T.