Vecchio deposito dei tram tra i “luoghi del cuore“

La maxi area nel centro abitato desiano sta scalando la classifica tra i beni della provincia di Monza e Brianza da salvare

Migration

di Alessandro Crisafulli

Un’altra mobilitazione per il vecchio deposito ATM di Desio e i 42 tram abbandonati all’interno. Nei giorni scorsi è partita l’undicesima edizione dell’iniziativa "I luoghi del cuore" del Fondo per l’Ambiente Italiano, noto come il FAI: una campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo. È il più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio che permette ai cittadini di segnalare al FAI, attraverso un censimento biennale, i luoghi da non dimenticare. Tra di essi, torna appunto la maxi area nel cuore del centro abitato desiano, che in pochi giorni sta già scalando la classifica: a ieri, era al 37esimo posto nazionale, primo tra i beni della provincia di Monza e Brianza, davanti a luoghi noti in tutto il mondo come, solo per fare un esempio, la Valle dei Templi di Agrigento. Nelle ultime ore si stanno formando e muovendo diversi gruppi, soprattutto sui social network, per stimolare alle votazioni online: appassionati di tram, soprattutto, ma anche desiani e brianzoli che vorrebbero veder rinascere quest’area, abbandonata a se stessa da quando la linea è stata dismessa, ormai 11 anni fa.

"Il deposito è rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un servizio di autobus – spiegano i promotori dell’iniziativa di salvataggio –. Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale, inoltre all’interno dell’area sono rimessati, purtroppo in precarie condizioni, ben 42 rotabili storici Atm. Il Ministero dei Beni culturali lo scorso anno ha evidenziato infine l’interesse culturale del luogo e dei rotabili, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio". Il deposito tranviario fu costruito nel 1926 dalla STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda) a servizio della tranvia Milano Carate-Giussano che la STEL aveva rilevato due anni prima dalla Lombardy, con l’impegno a elettrificare la linea. Il 1° luglio 1939, le linee gestite dalla STEL passarono in mano alla Atmi (Azienda Tranviaria Municipale Interurbana) in seguito incorporata in Atm, attuale proprietaria dell’area. Dopo il censimento il FAI sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti, con stanziamenti che vanno dai 50mila euro per il primo classificato, fino a 5mila euro. E ben 50mila sono state anche le firme raccolte dai cittadini alcuni anni fa, per salvare i vecchi tram, alcuni di alto valore storico. La scorsa amministrazione aveva avviato un tavolo di lavoro con Atm e Comune di Milano per un piano di riqualificazione con funzioni miste, residenziale, produttivo, artigianale e con commercio di vicinato. Ma è tutto fermo al palo. A febbraio, l’ultimo "movimento", è stato di qualche presunto piromane, che avrebbe causato l’incendio di un convoglio.