Rissa in tribuna a Varedo, l'assessore: "Daspo per i genitori che litigano"

La proposta dell’assessore regionale allo Sport, Martina Cambiaghi

Martina Cambiaghi, assessore regionale allo Sport

Martina Cambiaghi, assessore regionale allo Sport

Varedo (Monza Brianza), 20 giugno 2018 - "Servono provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi, senza escludere la possibilità del ‘Daspo’. In caso di intemperanze verbali, basta anche un solo insulto, deve scattare l’espulsione dei genitori. A questo poi aggiungerei anche un momento di rieducazione, non per i ragazzi ma per i genitori. Prima di poter mettere piede su una tribuna i genitori, soprattutto quelli che si sono macchiati di atti di bullismo, dovrebbero seguire corsi di Fair Play tenuti dalle associazioni sportive».

Martina Cambiaghi, Assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, è rimasta scioccata da quanto accaduto negli ultimi giorni in alcuni campi dilettantistici proprio nella sua Brianza. Prima a Nova Milanese. Poi a Varedo. Come del resto accade, troppo spesso, anche in altre zone. Con urla, insulti, minacce e un maxi parapiglia che non si è trasformato in rissa solo per il pronto intervento di alcuni altri genitori. Sotto lo sguardo incredulo, allibito e impaurito dei giocatori, ragazzini di 13 anni, e della parte «sana» di mamme, papà e nonni presenti alla partita (e che hanno chiesto a mister e ragazzi di abbandonare il campo, in segno di dissenso). "Pochi giorni fa una rissa sulle tribune è successa a Varedo, settimana scorsa un episodio simile a Nova Milanese e questi sono solo gli ultimi due incidenti di una lunga serie. Da assessore allo Sport e Giovani – prosegue Cambiaghi – è veramente difficile leggere così frequentemente di episodi di violenza da parte dei genitori durante le partire di calcio dei figli. Insulti, cori e in alcune occasioni si è degenerato arrivando ad alzare le mani: scene vergognose che non devono mai accadere". Bullismo, li definisce l’assessore. Perché c’è la violenza. C’è la reiterazione. "Questi episodi, messi in atto da persone adulte, devono essere chiamati con il loro nome e non possono essere altro che definiti veri e propri atti di bullismo - sostiene -. Un bambino impara dai propri genitori a comportarsi: i primi a insegnare a un ragazzo a essere bullo sono i suoi genitori, perché sempre più spesso se mamma e papà sono problematici anche i figli lo saranno di conseguenza».

"Ho scelto di intervenire su questo tema senza avere paura di puntare il dito verso i genitori, alcuni, non tutti ovviamente: quelli che dovrebbero essere da esempio da monito e invece nella realtà si trasformano sempre più spesso, nella ‘rovina’ sportiva dei ragazzi". L’FBC Varedo, organizzatrice del torneo che ha visto la squadra di casa degli Esordienti 2005 sfidare i pari età dello Sporting Cesate, prende le distanze e stigmatizza l’accaduto: "Sono dispiaciuto che certi genitori arrivino al campo così poco sereni per guardare la partita di ragazzini di 13 anni – dice il presidente Paolo Piccini -, che invece dovrebbe essere un momento di puro divertimento. Sono sollevato dal fatto che i nostri genitori e ragazzi non c’entrino nulla, perchè abbiamo sempre insegnato il rispetto delle regole e il Fair Play. Spero che non si ripeta più una scena del genere, né sul nostro né sugli altri campi di calcio giovanile".