Varedo, auto fantasma: in manette i fratelli Antonini

Gli eredi dello storico autosalone accusati di bancarotta fraudolenta.Il filone dei truffati

La protesta dei truffati dall'autosalone

La protesta dei truffati dall'autosalone

Varedo (Monza Brianza), 18 gennaio 2019 - In manette per bancarotta fraudolenta i due fratelli Antonini, eredi dello storico titolare dell’omonimo autosalone, ora al centro della bufera per le auto fantasma di cui si è occupata anche «Striscia la notizia». I militari della Guardia di finanza del Gruppo di Monza hanno eseguito ieri mattina un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Monza Silvia Pansini che ha portato in carcere i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti dagli inquirenti amministratori di fatto della concessionaria di auto plurimarca in via Genova a Varedo e agli arresti domiciliari Giancarlo Capoccia, amministratore di diritto della società.

Le indagini delle Fiamme gialle sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della «World car srl», che era nata sulle ceneri della storica società «Autosalone Antonini». Su delega del pm della Procura di Monza Vincenzo Fiorillo, i finanzieri della Compagnia di Seveso al comando del capitano Aldo Ferrari hanno rilevato una serie di condotte distrattive poste in essere nella gestione dell’autosalone, di cui si è occupata anche «Striscia la notizia» dopo le proteste di alcuni clienti che hanno denunciato di avere pagato per auto mai consegnate. Secondo l’accusa la distrazione patrimoniale riguarda l’intera azienda (avviamento, dipendenti, beni strumentali e immobili) a favore di un’altra nuova società costituita per gestire l’autosalone, la «A2 car srl», nonché di somme di denaro per circa 1 milione di euro. I due fratelli avrebbero inoltre distratto circa 400 mila euro facendoli confluire dai conti correnti societari a propri conti personali per asserite attività di consulenza. Come amministratore unico della «A2 car» era spuntato anche il nome di Federico Romani, figlio dell’ex ministro Paolo Romani di Forza Italia, carica che Romani junior aveva tenuto per un annetto fino alla decisione di dimettersi, probabilmente avendo notato qualcosa che non andava per il verso giusto. Federico Romani non risulta al momento coinvolto tra gli indagati.

Proseguono intanto le indagini in merito alle numerose denunce sporte dai clienti dell’autosalone, che si sono rivolti anche alla ribalta di «Striscia la notizia» per riavere i soldi spesi per vetture mai consegnate. Auto messe in vendita a prezzi di mercato. Ma agli acquirenti veniva proposta una formula vantaggiosa. Se questi avessero applicato adesivi pubblicitari sulle vetture, un rimborso allettante sarebbe ritornato nelle loro tasche. Il ragionamento non faceva una piega e ha spinto tante persone – circa 150 – ad acquistare un veicolo all’autosalone di Varedo. Una volta che il saldo è arrivato sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro hanno iniziato a dilungarsi. «Non siamo truffatori, cercheremo di sanare tutte le situazioni, che sono semplici ritardi e problematiche. Ce la stiamo mettendo tutta», replicavano i titolari dell’attività.