Monza, Valentino Rossi tifa per i nati prematuri

Il fan club del pilota metterà all'asta cappellini, caschi, tute e maglie usati dal campione per finanziare progetti del reparto di Neonatologia del San Gerardo

Valentino Rossi

Valentino Rossi

Monza, 13 giugno 2018 - Terapia intensiva neonatale si tinge di giallo. Caschi, tute, magliette, berretti usati da Valentino Rossi (il cui soprannome è “Il Dottore”) verranno messi all’asta dall’Official fan club di Valentino Rossi Tavullia per sostenere i progetti di «Intensivamente insieme» l’associazione monzese dei genitori di bambini nati prematuri e ricoverati in terapia intensiva neonatale. Ieri al San Gerardo l’incontro tra tifosi e famiglie. «Come associazione - spiega Luca Morassi, promotore dell’evento - vorremmo fare uno stage formativo dal punto di vista psicologico e medico di primo livello per entrare nel reparto e offrire consulenza psicologica, oltre che supporto e la nostra esperienza, ai genitori che vivono l’ansia di avere bimbi nati prematuri con complicanze. E’ importante creare condivisione».

Per questo l’associazioni di tifosi del campionissimo di motociclismo sta organizzando l’asta benefica. Sono circa 15 i genitori attivi in «Intensivamente insieme», oltre a un centinaio di supporters. «Fra i problemi – spiega Luca Morassi – quello di incontrare e stabilire un dialogo con i genitori stranieri, soprattutto arabi e cinesi nei casi in cui non sia possibile comunicare in inglese». La peculiarità della terapia intensiva neonatale di Monza, come spiega il direttore, professor Paolo Tagliabue, è quella di non ospitare i bambini in una stanza grande tutti insieme, ma di tenerli in stanze singole con un genitore. Lì si ritrovano con l’altro genitore quando esce dal lavoro e con gli eventuali fratellini. Proprio a loro si è rivolto ieri Flavio Fratesi che ha distribuito cappellini e magliette autografate da Valentino Rossi. Per loro anche un’altra iniziativa: «Un disegno per Vale», con la quale il club chiede ai fratellini di disegnare e colorare il pilota per creare poi un enorme striscione per il Fan club di Tavullia, la sua città natale. Luca Morasso è il papà di Elisabetta che ora ha 13 mesi, ma che è nata con una di asfissia. «Per questo – racconta il dottor Giuseppe Paterlini che l’ha seguita – entro le prime 6 ore di vita, è stato necessario sottoporla a ipotermia terapeutica, una specie di congelamento del corpo e del cervello, per poterla curare».

Il San Gerardo è l’unico ospedale che lo pratica in Brianza. «Ultima frontiera – auspica Tagliabue – sarebbe l’attivazione di un’unità di Terapia intensiva pediatrica. Per ora ne esistono una a Brescia, due a Milano e una a Bergamo. In Brianza i bimbi entro i 10 chili vengono gestiti in Neonatologia, per i più grandi esiste la terapia intensiva adulti insieme a infartuati e incidentati».