Monza - Il vaccino monzese pronto ad ‘adeguarsi’ alla variante Omicron, ma senza finanziamenti lo sviluppo si ferma. "Mentre cerchiamo di sconfiggere la pandemia, è imperativo essere proattivi mentre il virus si evolve. Negli scorsi mesi, abbiamo generato quasi in tempo reale modifiche di Covid-eVax contro le varianti Alpha, Beta, Gamma, Delta e tante altre dimostrandone l’immunogenicità in modelli animali – spiega Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico della Takis che sta sviluppando il Covid-eVax con Rottapharm Biotech –. A differenza delle precedenti varianti, Omicron presenta un alto numero di mutazioni nuove, per questo motivo è difficile prevedere se i vaccini attuali siano ancora protettivi: ecco perché ci stiamo muovendo il più velocemente possibile per adattare il nostro vaccino anche contro questa variante". Il vaccino monzese fino ad ora ha generato dati preclinici molto promettenti e ha completato la fase 1 nell’uomo, dove oltre il 90% dei volontari ha sviluppato una risposta immunitaria specifica contro la proteina Spike (l’arpione con il quale il virus Sars-Cov-2 si aggancia alle cellule umane). Il vaccino è basato su un sistema innovativo che utilizza l’elettroporazione del Dna, che ne favorisce l’ingresso nelle cellule e aumenta la risposta immunitaria.
"Come l’Rna messaggero, la piattaforma del Dna ha la caratteristica di essere estremamente flessibile, somministrabile più volte e facilmente adattabile alle mutazioni del virus – specifica Fabio Palombo, direttore Area vaccini contro il cancro alla Takis –. Ma rispetto all’Rna, il Dna viene prodotto facilmente in batteri, è stabile a temperatura ambiente e ha una formulazione semplice. Questo consente tempi di produzione più brevi, processi meno costosi, trasporto e stoccaggio più facili e potenzialmente un migliore profilo di sicurezza".
Certo, "tutti speriamo che i vaccini e le terapie attuali siano efficaci contro la variante Omicron – chiarisce Lucio Rovati, presidente e direttore scientifico di Rottapharm Biotech –, ma è fondamentale avere a disposizione più piattaforme tecnologiche vaccinali che siano prontamente adattabili a eventuali nuove varianti come richiamo della risposta immunitaria precedentemente indotta da altri vaccini, o per l’utilizzo in Paesi dove non c’è attualmente disponibilità di vaccini. Visto l’impatto della pandemia sulle nostre vite e sull’economia mondiale, l’Italia può fare la sua parte e mettere a disposizione la propria esperienza".
"Abbiamo disegnato la versione Omicron del vaccino Covid-eVax in poche ore e in poche settimane saremo in grado di testarlo nei modelli preclinici – assicura Aurisicchio –, ma la mancanza dei finanziamenti attualmente ci impedisce di proseguire gli studi clinici per portare avanti lo sviluppo di questo vaccino italiano".