"Bimbi vaccinati pericolosi, per loro scuola da vietare"

Lissone, mamma sollecita ordinanza del sindaco

Beatrice Lorenzin (Ansa)

Beatrice Lorenzin (Ansa)

Lissone (Monza), 10 agosto 2017 - Metti i dubbi innescati dalla battaglia sui vaccini e le preoccupazioni di una mamma per la salute del figlio e la richiesta è esplosiva: vietare temporaneamente con un’ordinanza la scuola, in città, ai bambini e ai ragazzi che, nei 6 mesi precedenti, hanno effettuato uno dei vaccini resi obbligatori dalla nuova legge Lorenzin, per evitare che possano contagiare i compagni, sia quelli già vaccinati tempo addietro sia quelli che non lo sono ancora. A chiederlo al sindaco, con una lettera protocollata in Comune, una mamma lissonese, che ipotizza presunti rischi di trasmissione dei virus, richiamando uno studio americano e un «bugiardino» dei vaccini «selezionato a caso - scrive - tra i diversi disponibili sul web».

La mamma lissonese invita il sindaco Concetta Monguzzi a «vietare la frequenza scolastica per i ragazzi che hanno effettuato le vaccinazioni tra quelle previste obbligatorie dal decreto Lorenzin fino a 6 mesi prima al fine di tutelare la salute dei ragazzi già ampiamente, temporalmente vaccinati e anche di quelli ad oggi non vaccinati, alla luce dei gravi effetti e pericolo per la loro salute». Rischi che però sono stati pubblicamente smentiti, ad esempio nel caso del vaccino contro il morbillo, dai maggiori virologi italiani.

«La richiesta di un’ordinanza urgente per vietare la frequenza scolastica ai ragazzi vaccinati non è accoglibile per carenza di presupposti normativi, perché non c’è alcun pericolo che minacci l’incolumità dei cittadini - spiega il sindaco Monguzzi -. Non c’è nessuna epidemia, perciò non è possibile alcuna ordinanza. Ho chiesto informazioni all’Ats (Agenzia di Tutela della Salute, l’ex Asl, ndr) e mi hanno risposto con una lettera ufficiale in cui si dice che chi è stato vaccinato con un virus attenuato non può infettare altre persone. Quindi, a fronte di tale documentazione, non è possibile alcuna ordinanza. Ho già scritto una lettera alla signora, allegando anche la risposta dell’Ats».