Vaccino brianzolo al test in ospedale

Prodotto da Rottapharm-Takis, a marzo sarà somministrato al primo paziente al San Gerardo

Il vaccino brianzolo è basato su un frammento di Dna iniettato nel muscolo

Il vaccino brianzolo è basato su un frammento di Dna iniettato nel muscolo

Monza, 13 febbraio 2021Il primo marzo parte lo studio clinico del vaccino anti-Covid di Rottapharm Biotech e Takis. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’Agenzia italiana del farmaco e del comitato etico dello Spallanzani di Roma, ora il siero Covid-eVax può essere somministrato ai primi 80 volontari della Fase 1 della sperimentazione tra l’ospedale San Gerardo di Monza, l’Istituto oncologico Pascale di Napoli e lo Spallanzani. La prima fase durerà circa tre mesi, quindi si procederà a individuare la dose migliore e successivamente ai test su decine di migliaia di soggetti. L’obiettivo è di riuscire ad andare in produzione a fine 2021 per poi avviare le somministrazioni di massa nel 2022. Si tratta di un vaccino innovativo rispetto alle altre piattaforme già approvate dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) perché è basato su un frammento di Dna iniettato nel muscolo che promuove la produzione di una porzione specifica della proteina Spike del virus, stimolando una forte reazione immunitaria. L’efficienza del processo è aumentata dalla tecnica dell’elettroporazione, che favorisce il passaggio del Dna all’interno delle cellule in maniera semplice, rapida e senza effetti collaterali grazie a lievi e brevi stimoli elettrici. "Lo scorso dicembre abbiamo condotto uno studio con l’elettroporatore: volevamo testare i sintomi della procedura, per poter fornire poi ai soggetti che saranno arruolati nella sperimentazione i maggiori dettagli possibili – spiega Marina Cazzaniga, direttrice del Centro di ricerca di Fase 1 –. Io stessa mi sono sottoposta alla procedura per essere in grado di spiegare al meglio cosa si prova". Il plus del vaccino Rottapharm-Takis sta anche nel fatto che il Dna è economico, non ha bisogno di complesse formulazioni, può essere prodotto in larga scala e non ha necessità della catena del freddo. Ma, soprattutto, la vaccinazione può essere ripetuta nel tempo per aumentare e mantenere la risposta immunitaria e la sua flessibilità consente di essere facilmente adattata contro le nuove varianti del virus qualora queste dovessero diventare resistenti alle attuali terapie vaccinali e agli anticorpi terapeutici. «In un momento di crisi come quello pandemico, la capacità di sviluppare sinergie nell’ambito della ricerca clinica finalizzata al miglioramento delle cure, rappresenta la chiave vincente della nostra strategia - le parole del direttore dell’Asst di Monza, Mario Alparone -. Sperimentare un vaccino capace di essere modificato in un momento di diffusione delle varianti del Covid rappresenta una opportunità importante da cogliere".