Russo, statunitense o italiano: i vaccini di domani nascono in Brianza

Rottapharm sperimenta, Adienne pensa allo Sputnik e Patheon firma per la licenza: le eccellenze di Monza

Mappa vaccini Covid in Brianza

Mappa vaccini Covid in Brianza

Monza - La Brianza locomotiva dell’economia lombarda. La Brianza della Silicon Valley, che ora si scopre pure Pharma Valley. Terra fertile dove ‘coltivare’ i farmaci del futuro. Dove università, clinica e ricerca incontrano l’impresa. Qui la Rottapharm è nata ed è diventata un fiore all’occhiello delle biotecnologie arrivano a sperimentare in questi mesi un innovativo vaccino a Dna contro il Covid. Qui la Adienne di Caponago – paesone che fino al 2009 ha ospitato AstraZeneca e poi Corden Pharma Spa - ha stretto un accordo con il fondo sovrano russo per produrre nel suo stabilimento il vaccino Sputnik V. Qui la multinazionale svizzera Roche, a Monza, ha insediato il suo quartier generale. In prima linea nella lotta al nuovo coronavirus: lì si sta studiando un antivirale orale - nel nome di un’intesa con l’americana Atea Pharmaceuticals – su pazienti ricoverati con una forma moderata dell’infezione, ma anche in malati non ospedalizzati. E se i risultati dei trial dovessero essere positivi e il farmaco venisse poi approvato, è già pronta una produzione su larga scala. Il palazzone degli uffici è sulla ‘tangenziale’ di Monza, in viale Stucchi. E s’affaccia sullo stabilimento di un altro colosso farmaceutico, la Thermo Fisher Scientific che ha appena firmato una lettera di intenti per la produzione di massa di un vaccino in Italia.

Gli addetti ai lavori la considerano l’Hermès della farmaceutica. Che a Monza ha realizzato un centro all’avanguardia che rifornisce oltre 20 Paesi nel mondo, inclusi Stati Uniti, Europa e Asia Pacifico. Quella brianzola – rispetto allo stabilimento nel Lazio, a Ferentino in provincia di Frosinone – è la sede più grande, con oltre mille dipendenti, ed è specializzata nella produzione di farmaci iniettabili sterili per conto terzi. Ed è qui che la multinazionale statunitense dovrebbe portare la produzione di uno dei vaccini anti-Covid attualmente autorizzati dalle agenzie europea e italiana del farmaco. Sulla tempistica di attivazione di questa nuova linea, sulla capacità produttiva e sulla data di disponibilità delle fiale di vaccino non c’è ancora alcuna certezza. Al momento dalla Thermos Fisher non intendono aggiungere alcun dettaglio, "a tutela dei nostri clienti". Anche se nei giorni scorsi proprio nello stabilimento di viale Stucchi è stato effettuato un sopralluogo a cui hanno partecipato anche il sindaco di Monza Dario Allevi e rappresentanti della Regione. Soltanto nei prossimi giorni "invieremo una nota", la telegrafica risposta dall’azienda a cui venerdì ha fatto riferimento il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la presentazione della nuova strategia per la vaccinazione di massa: "È stato firmato il primo contratto tra un’azienda italiana e un’azienda titolare di brevetto". A conferma, parole di Lucio Rovati, presidente e direttore scientifico di Rottapharm Biotech, che "noi italiani siamo un faro nel mondo nel manifatturiero farmaceutico".