Usmate, la mafia ha perso la sua vetrina

Il negozio confiscato alla criminalità organizzata e affidato al Comune diventa un punto d’ascolto.

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di Barbara Calderola

Il negozio della mafia diventa un punto d’ascolto dei cittadini. La Regione aiuta Usmate nella metamorfosi, dal Pirellone sono arrivati 33mila euro, la metà dei soldi necessari per il restyling delle vetrine in via Deledda a Velate, confiscate anni fa alla criminalità organizzata e poi affidate al Comune.

"Adesso possiamo mettere a punto il progetto che restituirà i locali in pieno centro alla frazione - spiega la sindaca Lisa Mandelli -. Gli spazi torneranno a vivere grazie a nuovi servizi, ma saranno soprattutto un luogo aperto al dialogo con le famiglie". Il contrario dell’omertà, simbolo evidente della trasformazione. L’amministrazione, in aula, ha già accantonato gli altri 33mila euro necessari per il recupero e ora è al lavoro sulla riqualificazione. "Con questa operazione diamo un segnale chiaro al territorio, il cambiamento è un passo decisivo nel percorso di legalità che ci vede impegnati da sempre. In Villa Borgia abbiamo dedicato una sala a Lea Garofalo, la testimone di giustizia barbaramente uccisa dalla ‘ndrangheta - aggiunge Mandelli -. I tempi di realizzazione saranno stretti. Decentreremo sportelli importanti, come hanno sempre chiesto i velatesi, offrendo ai residenti alternative più comode, vicine a casa".

"Il nostro auspicio è gestire al meglio questo stabile riconvertendolo in un posto che sia emblema di trasparenza e partecipazione - aggiunge Mario Sacchi, assessore al Patrimonio -. Per questo motivo, con l’aiuto degli uffici, intendiamo stendere al più presto un piano essenziale ma funzionale agli obiettivi fissati. È importante rimetterlo a disposizione dimostrando che la destinazione pubblica si è realizzata e che comincia un nuovo corso".

Via Deledda è uno dei 322 beni sottratti alle cosche in Brianza e uno dei 1.153 riassegnati in Lombardia. C’è di tutto: ville, terreni agricoli, box, magazzini, attività commerciali, una novantina di appartamenti. Il mattone resta l’investimento preferito dei capibastone, "per questo la confisca, risposta culturale della società sana alle infiltrazioni mafiose, è uno strumento essenziale nella lotta alle associazioni criminali", sottolineano ad Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità). Libera denuncia da tempo che sono molte le amministrazioni che non ne vogliono sapere di gestire ex lavanderie di denaro sporco per la difficoltà che comporta e invece Usmate ci ha messo la faccia. Tutti quelli che passano davanti a quella saracinesca abbassata sanno cosa c’era dietro. Presto, però, per la prima volta potranno varcarne la soglia senza paura.