Una pietra d’inciampo per tenere viva la Memoria. Il 27 Gennaio ha rappresentato quest’anno un momento di riflessione particolare anche per gli alunni della secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Carate. Non solo le testimonianze preziose dei sopravvissuti, a cominciare dalla lettura in classe di "Se questo è un uomo" di Primo Levi, autore torinese deportato ad Auschwitz. Ma anche la partecipazione alla posa della pietra d’inciampo del concittadino Augusto Cesana. Un segno concreto per rinnovare la Memoria e fare sì che tutti possano prenderne consapevolezza. L’idea di creare un mosaico di pietre d’inciampo nelle città europee è nata dall’artista tedesco, Gunter Demnig, che da alcuni anni gira per l’Europa incastonando pietre nel selciato stradale davanti a luoghi significativi della vita di coloro che sono stati deportati nei lager nazisti. Su ciascuna pietra viene riportato il nome, la data di nascita e di morte nel lager; quello stesso nome che gli aguzzini avevano condannato all’oblìo. In tutta Europa sono state posate fino ad oggi più di 75.000 pietre. Dal gennaio 2019 questa usanza ha preso avvio anche in Brianza con il coinvolgimento di tutti i Comuni, le scuole e la cittadinanza. Quest’anno l’associazione brianzola delle Pietre d’inciampo ha deciso di ricordare gli oppositori ai regimi finiti nei campi di concentramento e brutalmente assassinati: così sono stati posati i primi 75 cubetti con il nome dei deportati brianzoli per fini politici (in totale sono 252). A Carate giovedì 27 gennaio la cerimonia della posa della pietra d’inciampo si è tenuta per ricordare Augusto Cesana. Erano presenti alcuni parenti, tra cui la figlia Maria, le autorità religiose, civili e militari con una rappresentanza degli studenti delle classi terze della scuola “Dante Alighieri”. “Un gesto simbolico, per onorare una figura esemplare che si è impegnata a tutelare libertà e democrazia, a costo ...
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