Una materna nel giardino delle elementari, firme contro "l’ecomostro"

Via alla mobilitazione, esplode anche il caso della schiscetta: il Tar cancella il divieto del 2020 di portarla in mensa

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La telenovela della scuola materna Tagliabue, il trasloco forzato (e inadeguato) dei bimbi alle elementari. E la guerra al Tar per difendere la schiscetta in mensa. A meno di un mese dal suono della prima campanella le scuole di Villasanta sono già sotto esame tra polemiche e carte bollate. A cominciare dalla materna Tagliabue.

O meglio, dagli effetti collaterali della chiusura dell’asilo avvenuta poco prima della pandemia per problemi di sicurezza. Allora i piccoli erano stati trasferiti in alcune aule della scuola elementare Villa. Un trasloco temporaneo in attesa della completa ristrutturazione della Tagliabue: l’emergenza Covid, però, ha congelato tutto e poi la non ammissibilità del progetto ai fondi del Pnrr ha bloccato l’operazione. L’unica soluzione, dunque, al momento resta una soltanto: abbattere l’attuale materna e ricostruirla dalle fondamenta con una spesa stimata in circa 4 milioni di euro e una tempistica tutt’altro che certa. Nel frattempo, però Ats Brianza ha imposto al Comune di creare bagni e spazi adeguati per i bimbi della materna ospitati nella elementare. La soluzione? "Hanno deciso di costruire una struttura di 180 metri quadrati nel giardino della scuola spendendo quasi mezzo milione di euro, con annessa colata di calcestruzzo, costruzione dei sottoservizi per la predisposizione dei bagni e il collegamento con le fognature. Una struttura destinata probabilmente a diventare un ecomostro che stazionerà per sempre nel giardino della scuola, perché abbatterla costerà troppo", la denuncia di Gaia Carretta che sulla piattaforma change.org ha raccolto 200 firme tra i genitori contrari a questa soluzione. "Hanno tagliato tre alberi, di cui uno secolare e tolto spazio verde all’aperto per gli alunni. Che temiamo non verrà più restituito. E oggi i bambini possono giocare soltanto nei corridoi, in palestra o in un cortile asfaltato, non potendo nemmeno più utilizzare l’area feste, ovvero il giardinetto tra la scuola e il Parco, perché non sarebbe in sicurezza". Ecco perché "era necessario trovare una soluzione alternativa, magari attraverso convenzioni con privati o con altre strutture scolastiche".

Dalle polemiche alle carte bollate per il pasticcio dell’auto-refezione, ovvero della possibilità per gli studenti di portarsi il pranzo da casa senza usufruire del servizio mensa. Il regolamento scolastico approvato in Consiglio d’istituto per le elementari Villa e Oggioni e la media Fermi dà la possibilità di portarsi la schiscetta da casa e di consumare il pasto insieme a chi usufruisce della mensa. Poi, però, "per motivi assicurativi e di sicurezza visto che il refettorio e nella gestione della società che garantisce il servizio mensa", Comune e istituto scolastico già il 7 settembre hanno sospeso l’auto-refezione costringendo tutti a pagare la mensa. Immediata la reazione delle famiglie che hanno fatto ricorso al Tar e, per ora, il giudice amministrativo ha dato loro ragione: "L’istituto scolastico, avendo approvato uno specifico regolamento, ha mostrato di avere capacità organizzative per consentire l’auto-refezione" e quindi la circolare è stata sospesa. In attesa dell’udienza di merito tra 20 giorni.

Marco Galvani