Vimercate: tumore alla bocca, palato e mascella in 3D

La ricostruzione con i tessuti della stessa paziente, un intervento fiume di 12 ore dell’équipe del primario Franco Parmigiani

Una sala operatori in ospedale

Una sala operatori in ospedale

Vimercate, 24 ottobre 2019 -  A Kiev e in Germania l’avevano data per spacciata. A Vimercate le hanno ricostruito il palato e la mascella con i suoi stessi tessuti. Utilizzati per realizzare la protesi in 3D che le ha restituito la vita. Protagonista della storia, una paziente ucraina di 48 anni, Halyna Burlaka. Grazie a un intervento-fiume di 12 ore, perfettamente riuscito, tra i pochissimi in Italia di questa complessità, portato a termine dall’équipe di Franco Parmigiani, primario di otorinolaringoiatria. Punto di riferimento a livello nazionale nella sua branca e non da adesso.  E’ lui ad avere osato, è lui a raccontare come «sia stato fondamentale demolire e ricostruire nella stessa seduta». La degente è arrivata in Brianza a seguito di un raro carcinoma alla bocca, per il quale le avevano detto che non c’era più niente da fare. La disperazione è diventata tenacia e quando ha incontrato i medici in città ha capito che aveva fatto bene a intraprendere il viaggio della speranza.

Una lunga e accurata preparazione e poi sotto i ferri con la convinzione di potercela fare. Quando si è svegliata non credeva ai propri occhi, l’aspetto era quello di sempre, ma con la notizia più bella: il tumore non c’era più.  L’operazione , un lavoro certosino, è stata organizzata nel minimo dettaglio ed eseguito dal team del reparto, nel gruppo anche Stefano Paradisi «artefice della ricostruzione».  Prodigi della tecnologia che dietro hanno una lunga storia: «Tutta l’Azienda – dice il primario – investimenti e fiducia. Sono gli elementi che portano alla sanità in cui crediamo, quella che restituisce il sorriso ai malati».

E mai come nel caso di Halyna è vero. La donna ha scritto una lettera di encomio ai suoi angeli. «Avete fatto un capolavoro, sono bella come prima. Grazie». Parole arrivate dritte al cuore di medici e infermieri che si sono presi cura di lei.  Operata prima alla gamba, per prelevare l’osso necessario per la protesi, poi alla bocca, le è stato ricostruita anche parte della mascella, la paziente si è già rimessa ed è quasi pronta per tornare a casa. Non è la prima volta che Parmigiani e i suoi collaboratori eseguono interventi pionieristici. L’anno scorso restituirono l’udito a una studentessa ventenne semi sorda dall’infanzia ricorrendo all’endoscopia, una tecnica per nulla invasiva.  Miracoli che hanno ormai una certo eco e che si traducono in un super lavoro per il reparto preso d’assalto da 20mila pazienti l’anno.

In 1.500 finiscono in sala operatoria su 1.700 ricoveri. «Parmigiani? Un vanto per tutti«, dice il direttore generale dell’Asst Nunzio Del Sorbo. Le vette raggiunte dall’ospedale in certe branche, c’è anche la cardiologia, presto saranno affiancate dall’intelligenza artificiale. Uno strumento in più a disposizione dei clinici per prevenire addirittura l’insorgenza di certe malattie, grazie alla messe di informazioni raccolte sul degente, a disposizione in tempo reale in corsia. Quasi un oracolo 4.0 che darà una mano a teste e bisturi che da queste parti non sono secondi a nessuno. «Nuove frontiere che aumenteranno in modo esponenziale le nostre potenzialità», sottolinea il direttore.