Truffa milionaria In nove chiamati davanti al giudice

È fissata per il 27 giugno l’udienza preliminare per il caso Nidalina Group

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La Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio per la presunta maxi frode finanziaria con oltre duemila vittime di una truffa da 20 milioni di euro. Nove persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla truffa, all’autoriciclaggio e alla bancarotta fraudolenta sono chiamate all’udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale Marco Formentin fissata per il 27 giugno.

La maxi indagine della Guardia di Finanza era partita da un esposto presentato dall’associazione a tutela dei consumatori Afue che, il 27 giugno, chiederà la costituzione di parte civile di 900 persone. L’anno scorso gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Milano, coordinati dalla Procura di Monza (titolare delle indagini in quanto le prime società del presunto sistema truffaldino avevano sede in provincia di Monza) avevano eseguito otto arresti. Sotto la lente degli inquirenti il cosiddetto metodo Ponzi, quello del "marketing piramidale", che prende il nome da un immigrato italiano negli Stati Uniti che arrivò a raccogliere 15 milioni di dollari negli anni venti truffando 400mila persone.

Gli imputati hanno utilizzato quattro società, tra cui il Nidalina Group, con cui hanno proposto e stipulato falsi contratti di compravendita o affitto e prodotti finanziari con promesse di alti rendimenti ai clienti. Questi venivano ripagati con il denaro proveniente dagli investitori successivi. Il tutto tra il 2016 e il 2018, per cifre dai 5mila ai 600 mila euro a investitore. Stefania Totaro