STEFANIA TOTARO
Cronaca

Treno fantasma, la resa dei conti Distrazioni, guasti e sabotaggi

Il convoglio ripartì da solo e deragliò: i 6 imputati rifiutano riti alternativi, certi di essere innocenti

Treno fantasma, la resa dei conti Distrazioni, guasti e sabotaggi

di Stefania Totaro

Per il deragliamento del treno a Carnate nessuna richiesta di riti alternativi. All’udienza preliminare che si è tenuta ieri davanti alla giudice del Tribunale di Monza Angela Colella le difese di tutti i sei dipendenti Trenord per cui la Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio hanno annunciato di volere discutere l’udienza preliminare, che entrerà nel vivo a metà settembre. Nessuno ha chiesto il processo con il rito abbreviato, tantomeno il patteggiamento della pena da concordare con il pm monzese Michele Trianni. Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentato depistaggio e frode in processo penale.

Il 19 agosto 2020 il convoglio, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si è invece rimesso in moto da solo perché gli addetti erano andati al bar a bere il caffè. Fortunatamente c’era un unico passeggero a bordo, Salak El Mansouri, che se l’era cavata con contusioni per 40 giorni di prognosi. Secondo la pubblica accusa, il treno Trenord 10767 "veniva lasciato incustodito senza inserimento di freno di stazionamento e di freno a molla. Essendosi verificata un’anomala ricarica della condotta generale del freno continuo, il convoglio, privo di personale di bordo, riprendeva autonomamente la sua corsa in direzione Milano e terminava la corsa alla stazione di Carnate sviando sul tronchino, sfondandolo e deragliando sul terrapieno". Secondo gli inquirenti il disastro è stato causato anche dalla "condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l’impianto frenante, senza riscontrare il malfunzionamento". Inoltre sarebbe emerso "come alcune figure dirigenziali di Trenord srl, intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario, abbiano fatto rimuovere dal relitto della vettura semipilota - e poi occultato - il rubinetto del freno ed il rubinetto di intercettazione".

Accuse negate dagli imputati, che ieri si sono presentati personalmente davanti alla giudice per l’udienza preliminare.

Mancavano pochi minuti a mezzogiorno mercoledì 19 agosto 2020 quando il treno 10776 sulla linea ferroviaria Milano - Lecco entra nella stazione di Carnate. Poi lo schianto contro la barriera del binario morto. Un boato e un nuvolone di polvere che si alza. I primi tre vagoni volano via, salgono sulla massicciata. I primi due atterrano di traverso sui binari, dopo avere devastato degli orti. Il terzo rimane in bilico a poca distanza da un palazzo.