Tratta D “fantasma“ È scontro politico

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di Barbara Calderola

Il confronto? Una farsa per il centrosinistra, vero per il centrodestra. Lo scontro su Pedemontana dopo le rivelazioni dei sindaci del Vimercatese sull’incarico per la progettazione definitiva della tratta D breve a Serravalle Engineering, valore 5 milioni, di cui loro sono stati tenuti all’oscuro, si fa tutto politico.

Difesa d’ufficio della Regione nella parole del consigliere leghista Andrea Monti che punta l’indice sugli amministratori della Brianza Est invitandoli "a non pestare l’acqua nel mortaio".

"È l’ennesima tempesta in un bicchiere d’acqua – aggiunge –. Spiace che la sinistra continui imperterrita a creare confusione attorno a questa infrastruttura fondamentale per il futuro della Brianza chiesta da imprese e cittadini". Per il consigliere le lettere firmate dai responsabili espropri della società e recapitate ad alcuni residenti di Agrate coinvolti dal tracciato in arrivo da Velasca e Burago annuncerebbe un semplice "carotaggio dei terreni. Il territorio è ricco di occhi pollini, gli amministratori dovrebbero essere contenti che si valutino aspetti così delicati per capire dove e come si può realizzare un’opera stradale di questo tipo". Parole che non solo non convincono i comuni beffati – da settimane seduti a un tavolo provinciale per dire la loro sul tracciato e per inciso vedono la tratta D breve come il fumo negli occhi – ma fanno infuriare anche i piani alti dem. "Lo sfregio della Regione nei confronti della Provincia di Monza e Brianza ha dell’incredibile – sottolinea il senatore Roberto Rampi – ai vertici di entrambe le istituzioni c’è la Lega ma il territorio non sapeva di quel che era già stato deciso al Pirellone".

"La misura è colma. Non siamo di fronte a uno sgarbo istituzionale ma alla mancanza totale di considerazione per i brianzoli e i problemi che un’opera come questa porta con sé – rincara il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti – l’assessora ai Trasporti Claudia Maria Terzi deve scusarsi con tutti al più presto".

"È necessario che ci sia subito un confronto con i vertici della società e con Palazzo Lombardia per mettere fine a ogni forzatura. L’incontro deve essere allargato ai sindaci e all’intera area per riflettere su soluzioni migliori rispetto a un progetto superato e costoso", chiarisce Vincenzo Di Paolo, capogruppo democratico in Consiglio provinciale. Bacchetta tutti Dario Balotta di Onlit, ambientalista ed esperto di infrastrutture: "Non c’è nulla da negoziare sulla tratta D: nelle carte non è neppure prevista".