Thomas Valentini, l'architetto che firma la città nel deserto lunga 170 km

Il progettista brianzolo è tra gli ideatori della faraonica “The Line“ in Arabia Saudita che nel 2030 ospiterà un milione di persone

Un rendering di The Line, la città lunga 170 km e larga solo 200 metri

Un rendering di The Line, la città lunga 170 km e larga solo 200 metri

Monza - Un progetto pazzesco: una città del futuro nel cuore del deserto. Una città che nel 2030 ospiterà un milione di persone, dove i servizi sono super veloci e tecnologici, dove ci muove utilizzando mezzi elettrici a guida autonoma. Dove per raggiungere il punto più lontano si impiegheranno al massimo 20 minuti. Una città dove ci saranno tutti i servizi a portata di mano: case, hotel, negozi, scuole (università compresa), parchi, ospedali e impianti sportivi.

Per spostarsi un grande aeroporto destinato a diventare uno dei più importanti al mondo, metropolitane, minibus elettrici a guida autonoma, micro mobilità elettrica per ogni esigenza (monopattini e bici ma anche mezzi più adatti a disabili e anziani). E poi spazio al green con parchi e giardini, distese naturali con fiori e piante, e persino un lago artificiale dove potranno ormeggiare i 100 yacht più grandi del mondo. Questa città – che sorgerà nella provincia di Tabuk, in Arabia Saudita – è stata pensata e progettata anche dal monzese Thomas Valentini. Un progetto fortemente voluto e finanziato da una sceicco e che già tra quattro anni vedrà l’arrivo dei primi residenti.

Questa città del futuro, che parla un po’ anche brianzolo, si chiama "The Line". "È costruita su tre dimensioni – spiega Thomas Valentini –. È lunga 170 km, larga 200 metri e alta 500 metri. A questo progetto hanno partecipato alcuni team che fanno capo ai più grandi studi di architettura e ingegneria del mondo". Tra i quali anche quello del quale fa parte il monzese, esperto di pianificazione dei sistemi di trasporto.

E proprio sul tema dei trasporti Thomas Valentini ha fornito il suo prezioso contributo. "Abbiamo dovuto progettare un sistema di trasporti estremamente efficiente, garantendo la massima accessibilità a tutti. E la distanza più lunga, quella appunto dei 170 km tra l’aeroporto e l’estremità occidentale della città, verrà percorsa in 20 minuti".

Ogni team di professionisti si è subito messo al lavoro predisponendo una proposta di "modulo" (un tratto di città lungo 800 metri in cui potranno vivere mediamente tra le 75 e le 80 mila persone) con tutte le caratteristiche minime richieste dallo sceicco.

"Per gli spostamenti lungo ‘The Line’ abbiamo proposto 4 mobility corridors larghi circa 12 metri, strutturati su tre piani ciascuno e distribuiti in altezza su entrambe le facciate della città. Il primo poco sopra il livello del terreno, gli altri a 150, 300 e 450 metri di altezza. Ogni mobility corridor è composto da una ‘high street’ dedicata a pedoni e micro mobilità e 2 livelli riservati ai veicoli autonomi che offriranno servizi ad orario fisso o a chiamata, nelle due opposte direzioni". Grande attenzione poi anche agli spostamenti in verticale.

"Abbiamo dovuto progettare soluzioni che consentissero alle persone di muoversi tra i circa 112 piani senza dover aspettare più di 20-30 secondi l’ascensore, ma che allo stesso tempo consentissero di effettuare prese o consegne in ogni piano partendo dal centro distribuzione situato negli interrati di ogni modulo. In tutti i moduli per cui ho lavorato ho previsto 160 ascensori che viaggiano alla velocità di 10 metri al secondo, mentre per le merci ho pensato a sistemi meno veloci ma comunque in grado di gestire in modo rapido le 35.000/40.000 prese e consegne che abbiamo stimato per ogni giorno".