Tettoia Gavazzi, via al restauro dopo 30 anni

Aggiudicati i lavori sull’edificio tutelato dalla Soprintendenza, ma nessuno si è ancora fatto avanti per la gestione futura

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di Alessandro Crisafulli

C’è il progetto. Ci sono i soldi della Regione e del Comune. C’è anche l’azienda che si occuperà dei lavori. Manca solo l’operatore privato che dovrà completare le opere insediando servizi, attività commerciali e culturali. Un altro importante passo avanti, dunque, per la tanto attesa riqualificazione dell’ex Tettoia Gavazzi, che da esattamente 30 anni, da quando chiuse la storica fabbrica, è in condizioni di degrado e fatiscenza, parzialmente crollata. Un edificio di interesse storico, tutelato dalla Soprintendenza, che si innalza in via Carducci, a pochi metri di distanza dal municipio. Nei giorni scorsi il Comune ha dato il via libera dell’aggiudicazione dei lavori per il consolidamento strutturale e l’adeguamento sismico a una azienda della provincia di Napoli, che ha offerto un ribasso del 18%. L’importo complessivo è di 900mila euro, 500mila dei quali sono arrivati grazie a un bando regionale. Un passo necessario per mettere in sicurezza il manufatto (evitando altri crolli) e ricreare una struttura solida ed efficiente. Completati i lavori, però, occorre trovare un privato interessato all’operazione.

"Abbiamo avviato una prima manifestazione di interesse prima dell’estate – spiega il sindaco Simone Gargiulo –, ma è andata deserta. Adesso partiamo con i lavori di riqualificazione e speriamo che rendano più appetibile il tutto per i privati. Quindi, rifaremo la manifestazione di interesse". L’ente locale, quindi, necessita di individuare un operatore privato in grado di occuparsi della rifunzionalizzazione della struttura e degli spazi esterni, mediante la gestione dell’immobile "con insediamento di attività economiche urbane, a destinazione d’uso multipla, terziario e commerciale, ma anche culturale - era spiegato nell’avviso pubblico - coerente con il contesto e non impattante, proprio in ragione del vincolo monumentale esistente sulla struttura".

Dovranno essere insediate almeno un’attività di somministrazione alimenti e bevande aperta al pubblico e un’attività culturale. Ad esse potrà essere affiancata un’attività economica urbana (ad esempio: esercizio commerciale, attività di servizi alla persona, uffici e altri servizi). La disponibilità è di 400 metri quadri di superficie esistenti, che possono essere raddoppiati mediante l’inserimento di un piano soppalcato. Più 1.200 metri di area esterna.