"Così blocchiamo la fuga delle cellule maligne"

Il Centro Tettamanti studia il microambiente in cui il tumore si riproduce ostacolando l’efficacia delle cure e causando ricadute: sfida per nuove terapie

Il Centro di ricerca Tettamanti operativo all’ospedale San Gerardo di Monza

Il Centro di ricerca Tettamanti operativo all’ospedale San Gerardo di Monza

MONZA I ricercatori monzesi in prima linea per non dare scampo alla leucemia mieloide acuta, un tumore del sangue che rappresenta il 13% delle leucemie tra i bambini fino a 14 anni. La sfida è di riuscire a bloccare la via di fuga del tumore impedendo così alle cellule maligne di replicarsi. Partendo dal risultato a cui sono arrivati al Centro di ricerca Tettamanti all’interno dell’ospedale San Gerardo di Monza dopo aver ’rivisto’ 135 studi scientifici internazionali da cui emerge come riuscire a riprodurre il microambiente leucemico sia fondamentale per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici combinati. Ad oggi i trattamenti di prima scelta per contrastare la leucemia mieloide acuta sono la chemioterapia e il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (ovvero le staminali che danno origine a tutte le cellule del sangue). Ma nonostante i notevoli progressi negli studi di base e preclinici, il tasso di sopravvivenza a cinque anni rimane basso, attestandosi attorno al 50% negli adulti e al 65% nei bambini. Numeri che evidenziando l’urgente necessità di nuove terapie sinergiche. "Grazie all’analisi di questo elevato numero di pubblicazioni, realizzata da Sarah Tettamanti e Alice Pievani insieme con i colleghi del Lineberger Comprehensive Cancer Center in North Carolina – spiega Marta Serafini, responsabile dell’Unità cellule staminali e immunoterapia del Centro di ricerca Tettamanti – possiamo affermare che lo studio e la creazione di modelli che riassumono fedelmente i meccanismi di fuga del tumore possono aiutarci a testare nuovi approcci terapeutici. L’implementazione di terapie combinate è fondamentale per contrastare questo tipo di leucemia, che si manifesta in forme molto aggressive. Oggi, nei laboratori del Centro di ricerca Tettamanti stiamo lavorando allo sviluppo di CAR-T che vadano ad attaccare non solo la cellula tumorale – come avviene nel caso delle cellule CAR-T generate nei trial in corso per la Leucemia linfoblastica acuta - ma anche le componenti del microambiente". Il microambiente leucemico, infatti, è il luogo in cui si sviluppano i meccanismi di fuga del tumore: si tratta della capacità delle cellule leucemiche di trovare nuove strade per riprodursi, ostacolando l’efficacia terapeutica e causando la recidiva di malattia. Comprendere la complessità del microambiente è il primo passo per testare nuove strategie terapeutiche in grado di ripristinare un’efficace risposta contro la malattia e prevenire i meccanismi di fuga del tumore, senza aumentare la tossicità.