Soffrono la sete anche i grandi prati del Parco in concessione al Golf club Milano, 100 ettari, ben difficili da tenere verdi e scintillanti sotto la canicola estiva: a livello del terreno si registrano temperature record tra i 40 e i 45 gradi. "Noi abbiamo 2 pozzi di falda – spiega Roberto Carità, direttore del Club – uno tra la club house e l’autodromo, utilizzato in parte da noi e in parte da loro e poi un altro più piccolo vicino al Saint Georges Premier. Siamo rispettosi dell’ordinanza comunale sull’irrigazione notturna, ma solo del 30 - 35 per cento della superficie a noi affidata, per il resto attendiamo le piogge".
Durante la notte, dalle 23.30 alle 6 del mattino, vengono irrigate a turno tutte le zone attorno alle 27 piste che portano ad altrettante 27 buche. Si parte dalla buca numero 1 per alcuni minuti e poi si passa alle successive. Nei giorni scorsi i tecnici dell’Arpa hanno effettuato i controlli per verificare se si siano insinuati insetti in falda.
"E’ un momento drammatico per la natura – ammette Carità – noi fatichiamo a tenere verde il prato nelle strette vicinanze delle buche, ma vediamo che gli alberi secolari lì attorno stanno giò perdendo le foglie e quelli più giovani faticano a crescere". Nessun consumo incauto di acqua da parte dei soci, sempre più scarsi in questi giorni. Sebbene il club di Monza conti circa 700 iscritti, l’arsura scoraggia a frequentare il campo: la stagione primaverile va da marzo ai primi di luglio, ma già nelle scorse settimane i soci si trattenevano poco e andavano a casa a fare la doccia. Torneranno poi a frequentare a settembre e ottobre. "Si crede comunemente che i campi da golf siano ecocompatibili con il territorio circostante, ma non è vero", protesta da anni il Comitato per il Parco Antonio Cederna, con una sfilza di argomentazioni relative ai danni causati all’ambiente causati dalla manutenzione dei campi da golf. La concessione, rinnovata nel 2008 per 14 anni sta per scadere, a seguire gli sviluppi a fine anno.
C.B.