Vimercate, la dirigente arrestata faceva lezioni di anticorruzione

Intercettata, parlava di fatture mancanti da 533mila euro. In cattedra, raccomandava morigeratezza e rigore

Il sindaco di Vimercate Paolo Brambilla

Il sindaco di Vimercate Paolo Brambilla

Vimercate (Monza), 18 febbraio 2016 - Lezioni per diventare dipendenti modello. In cattedra, Anna Maria Gorini, la dirigente dell’Azienda ospedaliera di Vimercate agli arresti domiciliari per aver favorito, secondo l’accusa, la holding di Maria Paola Canegrati nell’aggiudicazione delle poltrone dentistiche «in service», cioè esternalizzate. Prima regola: non rubare. E' questo il sunto del Codice etico che i dipendenti devono sapere come l’Ave Maria. Gorini non mancava di sottolineare che per ottenere schede di valutazione al passo coi tempi, - da lei riviste personalmente - cioè in linea col decreto anti-corruzione del governo, guai ad avere anche sola la tentazione. Fino alla Cassazione c’è la presunzione di innocenza, è vero, ma è anche vero che oggi più di un infermiere che si è sorbito il sermone, è disorientato nel migliore dei casi, inferocito nella gran parte.  Quelle intercettazioni registrate dai carabinieri dove la dirigente parla di «una fattura mancante nell’appalto 2004-2009 di 533mila euro», chiesta dal revisore che ha dato il via all’inchiesta denunciando il monopolio della cricca, sono lontane dalla teoria, sulla quale Anna Maria Gorini era insuperabile. Ma si sa, la pratica è un’altra cosa. «Se quelli preposti avessero fatto qualcosa, non saremmo a questo punto. Voglio dire, quella roba lì è sempre stata appannaggio mio, non fregava un cazzo a nessuno, quindi capisci bene che non si deve stupire se mancano degli atti eh». A parlare è la professoressa.