Tangenti in Brianza, Malaspina: "Sono innocente, scarceratemi"

L'imprenditore arrestato per un giro di false fatturazioni ricorre al Tribunale del Riesame

Giuseppe Malaspina

Giuseppe Malaspina

Vimercate (Monza Brianza), 8 giugno 2018 - Giuseppe Malaspina ricorre al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza del Tribunale di Monza che lo ha rinchiuso in carcere. Come la sua “corte dei miracoli” di collaboratori. L’imprenditore edile calabrese si trova dietro le sbarre da quasi venti giorni dopo essere stato arrestato su richiesta della Procura monzese per un presunto giro di fatturazioni sospette e passaggi di beni societari escogitato, con la collaborazione di uno staff di professionisti compiacenti, per salvare il suo patrimonio immobiliare da 100 milioni di euro fatto di appartamenti, alberghi di lusso e persino un maneggio con agriturismo a Ornago.

Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia davanti al gip monzese Federica Centonze firmataria dell’ordinanza cautelare, Malaspina, difeso dagli avvocati Marcello Elia e Luca Ricci, ha deciso di non farsi interrogare dal pm Salvatore Bellomo, ma di ricorrere ai giudici della libertà di Milano nel tentativo di scardinare le ipotesi accusatorie e tornare in libertà. L’udienza del ricorso non è stata ancora fissata per Malaspina, mentre oggi discuteranno davanti al Riesame le difese del commercialista Antonio Ricchiuto e di Roberto Licini, ritenuto uno dei collaboratori più stretti nonché responsabile finanziario del costruttore. Settimana prossima sarà la volta della difesa dell’avvocato Fabiola Sclapari (che, dopo avere risposto alle domande del gip in sede di interrogatorio di garanzia, ha presentato un istanza di scarcerazione che è stata respinta), mentre lo stesso ricorso potrebbe anche essere presentato dagli altri indagati ancora detenuti in carcere, l’altro collaboratore stretto di Malaspina nonché suo esperto societario Giorgio Spinelli e il geometra Enrico Cimnaghi.

L'unico che finora ha deciso di seguire una strategia difensiva diversa è stato l’avvocato Gerardo Perillo (ex giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Monza e suocero del commercialista Antonio Ricchiuto) che, dopo avere respinto le accuse all’interrogatorio di garanzia e avere invano presentato al giudice un’istanza di scarcerazione, ha deciso non di appellarsi ai giudici della libertà milanesi ma di ricorrere in appello contro il no del magistrato alla modifica della misura di custodia cautelare. C’è grande attesa per le decisioni su questi ricorsi in merito a come proseguirà l’inchiesta monzese.