Tangenti in Brianza, il silenzio della ex di Malaspina

Adriana Foti non parla ai giudici che non credono nella separazione

INCHIESTA L’agriturismo è gestito dalla società Il Boschetto Proprietaria risulta Adriana Foti, ex moglie di Giuseppe Malaspina, l’imprenditore arrestato insieme ad altre 20 nell’inchiesta coordinata dal pm di Monza Walter Bellomo

INCHIESTA L’agriturismo è gestito dalla società Il Boschetto Proprietaria risulta Adriana Foti, ex moglie di Giuseppe Malaspina, l’imprenditore arrestato insieme ad altre 20 nell’inchiesta coordinata dal pm di Monza Walter Bellomo

Monza, 25 maggio 2018  - Tace anche l’ex moglie di GiuseppeMalaspina. Mentre si difende l’avvocato Fabiola Sclapari e nega le accuse anche il costruttore monzese Angelo Narducci. Proseguono gli interrogatori di garanzia davanti al gip del Tribunale di Monza Federica Centonze (che proseguiranno fino a martedì) per i 30 indagati a vario titolo di false fatturazioni e bancarotta con distrazione di beni nell’inchiesta della Procura monzese sull’impero immobiliare dell’imprenditore edile di origine calabrese trapiantato nel Vimercatese.

Il giudice moznese firmatario delle ordinanze di custodia cautelare ha sentito Adriana Foti, ex coniuge di Giuseppe Malaspina. Difesa dall’avvocato Raffaele Della Valle, la 56enne residente ad Arcore si è avvalsa della facoltà di non rispondere, riservandosi di chiedere un interrogatorio al pm Salvatore Bellomo. Per la pubblica accusa la donna è solo sulla carta divorziata dal re delle costruzioni, per cui assume ancora ruoli nelle società «collettori« delle somme distratte dal marito dalle altre imprese del Gruppo, tra cui ‘Il Boschetto’ e le ‘Scuderie Malaspina’. È proprio il costruttore a parlare con i collaboratori del suo «trucco«: «quando facciamo gli accordi, ce l’ha mia moglie in mano la società... col c... mi cuccano più«. Anche se la funzione di Adriana Foti è ritenuta «sostanzialmente esecutiva«. Come proverebbero le conversazioni intercettate dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza del novembre 2015 a carico di Malaspina.

«C’è il rischio che le portano via tutto alla moglie... e la moglie è disperata - dice una delle storiche segretarie di Malaspina - Il problema è che adesso tutte... io le chiamo le menti pensanti vanno per la loro strada per pararsi il c... e quindi succede un bordello... adesso sputano tutti m... va beh alla fine è così... la prima è la moglie», e ricorda l’impiegata come i coniugiMalaspina «sono divorziati, ma l’hanno fatto per il Fisco... per dividere le proprietà». «La moglie è nera... però scusami chi è che glielo ha costruito il Boschetto fino adesso? Lei? Che si alza a mezzogiorno?». Si difende invece (come ha fatto anche il collega ex giudice Gerardo Perillo) l’avvocato Fabiola Sclapari, sentita per rogatoria dal gip del Tribunale di Milano Giuseppina Barbara perché detenuta nella sezione femminile del carcere di San Vittore in quanto ritenuta appartenente alla ‘cricca’ dei professionisti che hanno fatto ‘carte false’ per Malaspina.

«Ha risposto per due ore alle domande del giudice chiarendo la sua posizione» - dice l’avvocato Antonio Sclapari (fratello dell’indagata, mentre l’omonimo nome contenuto nell’ordinanza è un cugino), che difende il legale insieme al collega Fabio Giarda. Contesta le accuse che gli vengono rivolte anche l’imprenditore edile monzese Angelo Narducci, difeso dall’avvocato Attilio Villa. Narducci, costruttore noto a Monza, è stato condannato dal Tribunale monzese a 1 anno e 4 mesi di reclusione per avere fatto solo sulla carta bonifiche necessarie alla realizzazione di immobili in territorio monzese grazie alla complicità di un dirigente dell’Arpa di Monza e Brianza, Sebastiano Pupillo, condannato a 2 anni e 6 mesi (in appello la vicenda è stata dichiarata prescritta). Noto anche il suo interesse a rilevare l’Ecomostro di 10 piani di via Fieramosca a Villasanta dove proprio i Malaspina dovevano realizzare un albergo di lusso con parco acquatico mai completato attraverso la società ‘Villasanta Village’, che appare adesso trale vicende di bancarotta fraudolenta contestate. Ora Narducci è accusato di essersi prestato a figurare, in qualità di gestore di fatto di una società, «quale apparente cessionario dei crediti» delle società controllate verso la capogruppo di Malaspina ‘Ideo’, «strumentalizzando la propria compagine societaria ai progetti distrattivi di Malaspina». Un intervento ritenuto attuato «in uno dei momenti cruciali dell’attività criminale di Malaspina». Accuse negate dal costruttore.