Tangenti nei lavori pubblici, il sindaco di Correzzana nella bufera: "Non mi dimetto"

L'opposizione atttacca, ma la giunta difende il suo operato dopo le indagini che hanno coinvolto l'imprenditore Malaspina

Il sindaco di Correzzana, Mario Corbetta

Il sindaco di Correzzana, Mario Corbetta

Correzzana (Monza e Brianza), 22 maggio 2018 - Tremila anime, poche case adagiate nel verde delle colline. Parte da qui, da Correzzana, piccolo paese della Brianza, l’esposto che ha dato vita all’inchiesta Domus Aurea chiusa ieri dalla Guardia di Finanza. Un ciclone che ha scosso mezza Italia e la Brianza. A presentarlo a ottobre 2014, ipotizzando rapporti poco chiari in una pratica edilizia tra l’amministrazione comunale e il costruttore Giuseppe Malaspina, fu la lista civica di opposizione Correzzana Viva che ora parla «di una battaglia per la legalità e per lo stato di diritto a Correzzana. Così non si può continuare». Il sindaco di centrodestra, Mario Corbetta, uscito dall’inchiesta per effetto della prescrizione del presunto reato di corruzione, non ha però nessuna intenzione di dimettersi, difeso a spada tratta dalla sua maggioranza.

Tutto è partito dalla mancata costruzione di un centro polifunzionale, casa delle associazioni e dei giovani nonché sede degli ambulatori medici, previsto da 2 convenzioni, del 2004 e del 2008, con le quali il Comune dava il via libera alla costruzione di un quartiere residenziale. Il centro non fu mai costruito dalla Delfina Lucia srl, perché la società dei Malaspina fu messa in liquidazione volontaria e dell’edificio rimasero solo mattoni a vista. Correzzana viva depositò alla Corte dei Conti un altro dettagliato esposto-denuncia sulla mancata costruzione del centro ipotizzando un danno erariale a carico degli amministratori comunali.

Protagonisti della battaglia per la legalità Ada Civitani, candidata a sindaco della lista civica e il marito Claudio Maria Grossi, assessore nella giunta 5stelle di Vimercate. Nel mirino dell’opposizione anche i rapporti tra Giuseppe Malaspina e il sindaco Mario Corbetta, già primo cittadino e assessore all’Urbanistica dal 1999 al 2009, vicesindaco e ancora assessore all’Urbanistica dal 2009 al 2014. Corbetta, tornato sindaco nel 2014, a dicembre 2016 è indagato dalla Procura di Monza ma rifiuta di dimettersi, parlando «di killeraggio politico» da parte dell’opposizione. Ad alimentare la polemica il fatto che nel 2010 Corbetta compra da una società di Malaspina due appartamenti e due box a Cesano Maderno, mentre sua figlia acquista nello stesso giorno da un’altra società dell’imprenditore un alloggio ad Arcore, con tanto di box e giardino.

Spesa totale per tre appartamenti, tre box e un giardino: 246mila euro più Iva. A difesa del sindaco si schiera la maggioranza Uniti per Correzzana: «L’operazione - si legge in una nota - non riguarda assolutamente l’operato dell’Amministrazione comunale, che anzi, in questi anni, proprio nei confronti di alcune società dell’imprenditore Giuseppe Malaspina, ha intrapreso una serie di azioni per il mancato versamento di Ici e Imu, nonché ottenuto l’escussione della fideiussione per 580.000 per il mancato completamento del centro polifunzionale».

Sottolinea poi che l’unico riferimento della Guardia di Finanza a Correzzana Comune è dove si parla di «presunto episodio corruttivo, risalente al 2010».Niente dimissioni, dunque «se, poi, dalle indagini dovessero emergere fatti concreti, al momento non palesati, che riguardano il nostro Comune, li valuteremo seriamente e agiremo di conseguenza». Correzzana Viva si dice orgogliosa di avere «fatto emergere un’associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione». E ringrazia quanti hanno continuato a credere nella giustizia: «Il nostro primo obiettivo da sempre è fare di Correzzana un paese pulito, dove i bambini possano crescere dando valore all’onestà e imparando il coraggio di denunciare ingiustizie e soprusi». Durissima contro presunti «fiancheggiatori dei disonesti», «a chi per quattro anni, pur di fronte all’evidenza solare di quanto da noi denunciato, ha deliberatamente infangato il nostro nome e denigrato il nostro lavoro per occultare lo schifo che si compiva tra le pieghe dell’amministrazione e nei cantieri del nostro Comune, chiediamo: ed ora???»